Una pizza da Michele, sulla Flaminia, a Roma. È il posto scelto da Giancarlo Giorgetti e Luigi Di Maio, immortalati da una foto – pubblicata dal Corriere.it – che raffigura due ministri, seduti a cena. Teoricamente vedere due esponenti di governo allo stesso tavolo non sarebbe una notizia. Se non fosse che i due personaggi in questione fanno parte di due forze politiche ormai lontanissime tra loro, dopo la fine dell’esperienza del governo gialloverde. Senza considerare che la cena arriva alla fine di una giornata particolarmente densa, soprattutto per Giorgetti.
Le anticipazioni delle dichiarazioni dell’esponente leghista contenute nell’ultimo libro di Bruno Vespa, infatti, hanno provocato polemica sia all’interno del suo partito che fuori. I retroscena raccontano di un Salvini molto risentito per le affermazioni del numero due del Carroccio. “Il problema non è Giorgetti, che una sua credibilità internazionale se l’era creata da tempo”, ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, mentre Salvini incontrava Jair Bolsonaro. “Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori. Questa scelta non è ancora avvenuta perché, secondo me, non ha ancora interpretato la parte fino in fondo. Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso”, ha proseguito Giorgetti. Affermazioni che hanno provocato la reazione di Salvini: secondo il Corriere, il leader della Lega ha convocato a sorpresa il consiglio federale. Da segnalare che prima di andare a cena con Giorgetti, Luigi Di Maio era intervenuto a Dimartedì per dire che “Salvini, come Renzi, è inaffidabile. Sono la faccia della stessa medaglia, ovvero l’inaffidabilità. E’ chiaro a tutti che Salvini è una persona che ha dimostrato a tutti la sua inaffidabilità e se ne sono accorti anche Lega e Forza Italia. Qual è il calcolo che sta facendo ora: è preoccupato che la Meloni possa fare il primo partito della coalizione e diventare premier in caso di vittoria del centrodestra. E allora cosa fa? Prova a staccare prima… ”.
Maggiori polemiche ha suscitato la dichiarazione di Giorgetti sulla corsa al Colle. “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto, in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole”, ha detto Giorgetti nel libro di Vespa. Parole che hanno provocato una controreplica da parte di esponenti di tutti i partiti. Compreso Giuseppe Conte: “mon dobbiamo auspicare che si stravolga o si alteri il disegno costituzionale. Parlare di semipresidenzialismo de facto, o quasi un di fatto che diventa surrettizio, non va assolutamente bene“, sono le parole del leader M5s. Sulla corsa al Colle, tra l’altro, oggi arrivano pure le dichiarazioni di un altro big della Lega come Massimiliano Fedriga che sembrano prendere le distanze dalle “fughe in avanti” di Giorgetti. “Aspettiamo i tempi: oggi mi sembra ancora prematuro fare nomi. Ci sono discussioni in atto molto ampie. Per rispetto del presidente Mattarella e di chi gli succederà penso che i nomi sia necessario farli nel momento opportuno”. E siccome Giorgetti aveva parlato di un’ipotesi Mattarella bis, Fedriga commenta: “Noi intanto vediamo le proposte, dopo di che si decide, perché fare il toto presidente della Repubblica non mi è mai piaciuto”. Dalla questione Colle, invece, Di Maio tenta di tirarsi fuori: “Io sono un grande estimatore del presidente Draghi e lavoriamo convintamente ogni giorno, però non mi presto adesso al totonomi, è troppo presto”. Giovedì pomeriggio, sempre a Roma, sia Di Maio che Giorgetti interverrano alla presentazione del libro ‘Il campo di battaglia’, del direttore di Repubblica Maurizio Molinari.