Sarebbe stato spiato e ricattato Giovanni Gugliotti, presidente della provincia di Taranto e sindaco del comune di Castellaneta. È quanto emerge da una sorta di spy story sulla quale sta indagando la procura ionica che ha iscritto 3 persone nel registro degli indagati accusati di revenge porn, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione come ha documentato il quotidiano ionico Taranto Buonasera. Nei guai sono finiti in tre, tutti di Castellaneta: il 54enne Vito Perrone, consigliere comunale e parte della maggioranza di centrodestra che sostiene lo stesso Gugliotti, il 59enne Vito Fortunato Pontassuglia, imprenditore noto nel territorio per aver dato il via con una sua denuncia all’inchiesta che portò all’arresto e alla condanna definitiva dell’ex pubblico ministero Matteo Di Giorgio, e infine il 54enne Giovanni Priscintelli, maresciallo dei carabinieri forestali e marito di Simonetta Tucci, presidente del consiglio comunale di Castellaneta (non indagata).

L’accusa del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e dei sostituti Antonio Natale e Marco Colascilla Narducci è di aver utilizzato “telecamere installate all’interno di una camera di un bed&breakfast” per procurarsi indebitamente “notizie e immagini attinenti la vita privata del sindaco” che “veniva ripreso – scrivono i magistrati – mentre aveva incontri intimi”. In sostanza il primo cittadino e presidente della Provincia ionica sarebbe stato filmato durante incontri intimi con una donna e poi avvicinato da alcuni degli indagati che avrebbero tentato, secondo quanto spiegano fonti investigative, di condizionare le scelte politiche di Gugliotti. Al rifiuto di quest’ultimo, però, i tre avrebbero creato profili falsi sui social network e diffuso le immagini dell’incontro hot facendo così scattare il reato di revenge porn. Non solo. I tre avrebbero anche diffamato Gugliotti attraverso i profili fasulli.

Nei giorni scorsi la Squadra Mobile di Taranto, guidata dal vice questore Fulvio Manco, ha eseguito una serie di perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici degli indagati sequestrando telefonini e computer all’interno dei quali potevano essere nascosti “filmati e immagini della vita privata di Gugliotti e di tutta la documentazione ritenuta utile alle indagini”. L’attività dei poliziotti si sta concentrando ora sulle richieste che i tre avrebbero fatto nei confronti di Gugliotti, ma stando a quanto riferito da alcune fonti investigative, l’obiettivo era condizionare alcune scelte politiche dell’esponente del centrodestra ionico, giunto ormai al termine del suo secondo mandato come primo cittadino di Castellaneta e al terzo anno da presidente della Provincia. Nei giorni scori, infine, sui quotidiani locali era apparsa la notizia dell’auto-candidatura di Gugliotti come candidato sindaco per il centrodestra alle amministrative di Taranto che si svolgeranno nella primavera 2022.

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