La Germania sta vivendo una “pandemia di non vaccinati ed è enorme”. La quarta ondata di Covid ha travolto il paese più popoloso d’Europa con circa 83 milioni di persone, dove però solo il 66% degli abitanti è vaccinato. I numeri sono preoccupanti e il ministro della Salute, Jens Spahn, lancia un’ulteriore allarme: “In alcuni Länder i posti letto per la terapia intensiva si stanno di nuovo esaurendo“. L’emergenza è nei numeri ma anche politica: il quadro pandemico nazionale, la cornice legislativa dei provvedimenti per contrastare l’emergenza Covid, scade il 25 novembre e la Germania, al momento, non ha un nuovo governo in carica dopo il voto del 26 settembre. Per Spahn, però, questo non impedisce l’adozione di nuove misure: il ministro ha proposto anzi un piano in tre punti, dal rafforzamento del green pass a un’accelerazione sulle terze dosi.
“Se la situazione negli ospedali si farà più grave allora saranno possibili ulteriori limitazioni per i non vaccinati“, ha chiarito però il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino. Il portavoce ha poi rimandato la questione alla conferenza dei ministri della Salute dei Länder che si terrà giovedì e venerdì insieme al ministro Spahn. “La pandemia sta tornando con grande forza” e “in alcuni ospedali la situazione è diventata più grave” e “questo è motivo di grande preoccupazione” per la cancelliera Angela Merkel. Non sono mancate, intanto, le indiscrezioni sulla volontà di Merkel di proporre nuove restrizioni: una volontà non smentita da Seibert.
Nelle ultime 24 ore in Germania si sono registrati 20.398 nuovi casi e 194 persone sono morte. Il tasso dei contagi su sette giorni ha raggiunto i livelli più alti da maggio. “I numeri sono preoccupanti“, ha commentato il presidente dell’istituto tedesco Robert Koch, Lothar Wieler, in conferenza stampa a Berlino. “La quarta ondata si sviluppa esattamente come immaginavamo proprio perché molti non si sono vaccinati“, ha aggiunto. In particolare, la sacca di persone che non sono immunizzate contro il coronavirus si annida tra le persone sotto i 60 anni. Preoccupa anche la situazione negli ospedali: secondo i dati del DIVI-Intensivregisters, 333 cliniche sono alla saturazione dei posti letto in terapia intensiva, mentre altre 556 registrano le prime criticità. In totale, ad oggi, restano 3.253 posti liberi su 25mila, di cui 2.234 occupati da pazienti Covid.
Di fronte a questa allerta, il ministro Spahn ha proposto di elaborare un piano per l’inverno. Partendo innanzitutto dal green pass: ha esortato a controllare di più il certificato verde in Germania nei ristoranti, nei musei e nei luoghi pubblici in cui è richiesto. E ha citato a questo proposito l’Italia. “L’ho vissuto personalmente a Roma: in occasione del G20 mi è capitato di dover esibire il certificato vaccinale più spesso in un giorno di quante forse qui in quattro settimane“. Spahn ha affermato che in Germania “troppo spesso” si rinuncia a controllare sulla base della “fiducia“. E ha sollecitato più controlli: “Se lo si fa in modo coerente per un paio di giorni, magari anche con delle multe, il segnale è chiaro”. Spahn ha anche citato l’ipotesi del 2G, ovvero la possibilità in alcuni luoghi di consentire l’ingresso solamente a vaccinati e guariti. Mentre da giorni si discute sulla possibilità – come in Italia – di introdurre l’obbligo del green pass per i luoghi di lavoro.
Allo stesso tempo, il ministro ha anche sottolineato l’importanza dei tamponi obbligatori – anche per vaccinati e guariti – in particolare per entrare negli ospedali, nei luoghi di cura e negli ospizi tedeschi. Il terzo punto invece riguarda la volontà di accelerare sui richiami del vaccino con la terza dose, prendendo come modello Israele, “che è riuscita a far abbassare la curva dei vantaggi grazie alla terza dose”. “In questi tre mesi ci sono state solo due milioni di terze dosi. È troppo poco”, ha concluso Spahn, visibilmente infastidito.