A 14 anni dall’omicidio di Meredith Kercher, Amanda Knox ha deciso di concedere una lunga intervista alla tv italiana. È la prima volta che parla così davanti alle telecamere di un programma televisivo in Italia. Non era mai successo finora, anche se Amanda ha raccontato la sua versione già in alcuni documentari americani (come quello di Netflix uscito nel 2016).
Inizialmente prevista per il 26 ottobre, l’intervista andrà in onda nella puntata del 5 novembre de “Le Iene”, su Italia 1. Nicola Savino l’ha descritto come un lavoro durato qualche mese, tra l’Italia e l’America. La “iena” Gaston Zama metterà a confronto Amanda con Raffaele Sollecito, entrambi prima condannati poi assolti in appello, poi di nuovo condannati a seguito della decisione della Cassazione di ripetere il processo d’appello e infine assolti definitivamente dall’accusa di aver ucciso Meredith a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2007. L’unico condannato, a 16 anni di reclusione, è Rudy Guede, ora affidato ai servizi sociali. Recentemente il magistrato Giuliano Mignini, che coordinò le indagini, ha dichiarato all’Ansa: “Sul piano giuridico rimane una ferita aperta perché resto convinto che non è stata fatta completamente giustizia. Rispetto la sentenza della Cassazione ma resta il conflitto con quella di un’altra sezione che invece aveva annullato l’assoluzione da parte della Corte d’assise d’appello di Perugia”.
La lunga intervista ad Amanda Knox, che attualmente è incinta e lavora come giornalista a Seattle, “è un documento che sulla tv italiana non si è mai visto, davvero straordinario”. Parola di Nicola Savino. “Le Iene” hanno già trasmesso un estratto di quest’intervista: “Abbiamo passato un incubo insieme e lo so che lui soffre (…) In quattro anni di carcere ho visto i media italiani descrivermi come cattiva, la più brutta persona che potessi essere. Hanno inventato una persona più brutale del mondo. Ancora adesso ci sono molti italiani che pensano che io sia colpevole, non perché hanno guardato bene l’evidenza ma perché quella storia rimane. C‘è un pregiudizio su di me, un po’ come c’è questo pregiudizio su Chico (parla di Chico Forti, ndr) qua negli Stati Uniti. Mi vedo in lui, riconosco quella sofferenza”. Nell’anteprima, Raffaele Sollecito dice: “Dopo tutto il male che mi è stato fatto, mi trattano come se fossi una persona che l’ha fatta franca”.