Sabato 30 ottobre 2021. No Paura Day a Milano. Che faccio? Ci vado? Mi dico: Ricky, in fondo scrivi sul sito di un quotidiano, devi occuparti anche di attualità, non può mancare il tuo sguardo, la tua cifra.

Inforco la mia bicicletta di seconda mano (o piede), zaino in spalla con fedele videocamera Canon dietro e pedalo. Arrivo in piazza Duomo, lego la bici. Mi aggiro, sono in anticipo, non c’è ancora nessuno, la giornata non promette bene, il cielo plumbeo cova la pioggia. Bevo un caffè, fumo una maledetta sigaretta, intravedo il primo banchetto “no green pass”, vendono magliette e mascherine. Decido di mimetizzarmi, non si sa mai, la prudenza non è mai troppa. “Quanto vengono le mascherine con la scritta No Paura Day?”, mi sento rispondere “Sono sette euro”. Burioni, amatissimo Roberto, perdonami, lo faccio per la causa. Compro la mascherina e la indosso, faccio un certo effetto con il Panama in testa, mi specchio e mi trovo pauroso!

Mi avvicino a un gruppetto di poliziotti e chiedo per quando è previsto l’inizio della manifestazione, mi guardano con una certa diffidenza ma rispondono gentili che verso le 15 dovrebbe iniziare. Tiro fuori la videocamera e giro quelli che in gergo si chiamano “fegatelli”, immagini sparse.

L’ora X si avvicina, c’è un’atmosfera placida, senza elettricità, tante coppie che si fanno selfie con alle spalle il Duomo, mi aspettavo molte più persone, più schiamazzi, invece nulla di tutto questo, sarà la minaccia della pioggia che influisce più della minaccia del green pass. Che tristezza.

Mi avvicino a un mini assembramento e c’è una signora vestita di bianco che parla in un megafono malfunzionante, riesco a intuire frasi di questo tipo : “Siamo qui per percepire la nostra vera essenza, quella divina e quella umana, siamo qui per unire i nostri cuori in un magnetismo d’amore universale…”, e io che mi aspettavo i gruppi di estrema destra, invece mi ritrovo nel magnetismo cosmico!

Queste signore vestite di bianco non riesco a identificarle bene, sembrano delle indu-femministe, mistico new age, vestali sull’orlo di una crisi di nervi “tisanoreica”, sacerdotesse della carota cruda e del sedano sibillino; infatti poco dopo parte un “om” corale, tutti con gli occhi chiusi a fare “ommmmmmmmm”. Filmo, filmo ogni volto possibile, e dentro di me chiedo nuovamente perdono a Burioni, l’ommmmmmmm dura parecchio, mi sale una certa angoscia spettrale, vedo infrangersi siringhe con il vaccino contro scogli purpurei, ho delle allucinazioni, delle visioni catastrofiche, l’ommmmm mi inquieta, non sono fatto per queste cose, a me piace Lucio Battisti. Per fortuna le sacerdotesse si stancano e si scioglie l’incantesimo ipnotico del magnetismo universale.

Inizia a piovere. Mi avvicino a un altro mini assembramento, qui la musica cambia: ci sono i Queen. Oh, finalmente delle persone normali! Mi trovo più a mio agio, una simpatica coppia mi chiede dove ho comprato la mascherina No Paura Day, sconsiglio l’acquisto: sono ben sette euro! Mi guardano con ammirazione, staranno pensando: “Ecco uno che finanzia la nostra causa con generosità”. Se sapessero che ho scritto una poesia d’amore a Roberto Burioni!

Piove, piove sempre di più. Non ho l’ombrello. Si attendono gli oratori, ci sono dei problemi tecnici con le casse. Filmo i volti, mimetizzato dalla mascherina mi sento al sicuro. Dalle sacerdotesse siamo passati a un’atmosfera da centro sociale, vedo anche dei volti che mi piacciono, vorrei quasi accarezzarli col mio sguardo… perdonami Burioni!

Nessun muso fascista, questo mi rincuora. La Canon si sta bagnando, il primo oratore è un medico di cui non afferro bene il nome, dice le solite cose sui media che mettono in scena la paura per controllarci, i soliti feticci mentali, la famosa dittatura sanitaria, la “narrazione” pilotata dai potenti della Terra, etc… cori del tipo “la gente come noi non molla mai”, medioevo da stadio, c’è anche l’immancabile “Draghi, Draghi vai a fanc…” e “libertà, libertà”. Ok, decido che può bastare: poscia, più che il delirio poté la pioggia. Ah, come immagine finale intravedo anche una Madonna Immacolata.

Torno alla mia bicicletta con il bottino di un film da montare, pedalo verso casa sotto la pioggia, il Panama è tutto zuppo, mi è rimasto un “ommmm” nelle orecchie, le stappo, ho voglia di montare, di fare il mio film, ho voglia di tornare ad ascoltare la voce della razionalità, senza “ommmmmmm” e senza cori da stadio, ho voglia di vedere il mondo guarire.

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