I carabinieri tra maggio e ottobre hanno controllato i requisiti di 87.198 persone appartenenti a 38.450 famiglie beneficiarie, il 9,9% del totale registrato nelle cinque regioni. Le irregolarità riscontrate sono 4.839, pari al 12,6% dei controlli, per un valore di 20 milioni di euro (la spesa annuale per il reddito, va ricordato, ammonta quest'anno a quasi 9 miliardi). Sono state denunciate 3.584 persone di cui il 38% già noto alle forze di polizia
Maxi operazione dei carabinieri in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata contro le truffe sul reddito di cittadinanza. Tra l’1 maggio e il 17 ottobre il comando interregionale Ogaden in collaborazione con il comando Tutela del Lavoro ha controllato i requisiti di 87.198 persone appartenenti a 38.450 famiglie beneficiarie, il 9,9% del totale registrato nelle cinque regioni. Le irregolarità riscontrate sono 4.839, pari al 12,6% dei controlli, per un valore di 20 milioni di euro (la spesa annuale per il reddito, va ricordato, ammonta quest’anno a quasi 9 miliardi). Sono state denunciate 3.584 persone: il 38% era già noto alle forze di polizia e il 2,6% aveva condanne o precedenti per reati associativi. Di vario tipo le truffe riscontrate: alcuni percettori avevano macchine di lusso, barche o diversi appartamenti, cosa che ovviamente comporta l’esclusione dal diritto al sussidio. C’erano poi diversi lavoratori in nero e alcuni criminali comuni. Quasi il 60% dei denunciati sono cittadini italiani. “I truffatori e i delinquenti che hanno percepito il Reddito di cittadinanza senza averne diritto fanno un torto al Paese e a chi ha veramente bisogno di questo strumento in un momento di grande difficoltà economica”, ha commentato su facebook il leader M5s Giuseppe Conte. “Chi compie questi abusi finisce anche per dar voce anche a chi, irresponsabilmente, sogna di eliminare uno strumento di dignità e civiltà che – come riconosciuto anche da organismi internazionali – ha fornito una protezione sociale irrinunciabile durante la pandemia”.
La maggiore percentuale di irregolarità si è registrata in Campania, dove su 9.327 famiglie beneficiarie controllate (per un totale di 25.296 persone) sono state riscontrate 2.806 irregolarità, pari a quasi il 30%, e denunciate 1.722 persone, 647 delle quali note alle Forze di Polizia (75 per gravi reati associativi). Tra le 2441 persone alle quali è stato revocato il beneficio in provincia di Napoli, 716 sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato e 422 hanno precedenti penali, 64 dei quali per associazione di tipo mafioso. Uno dei percettori indiretti, stando alle indagini, è il ras Fausto Frizziero, ai domiciliari per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e reati connessi allo spaccio di droga: la moglie convivente riceveva il reddito. Cinque altri beneficiari sono invece stati arrestati nel settembre 2020 perché gravemente indiziate di sequestro di persona a scopo di estorsione con aggravante mafiosa. Tra i percettori anche appartenenti al gruppo camorristico dei Cifrone e dei Balzano. Dieci gli affiliati al clan Grimaldi-Vanella Grassi. In provincia di Napoli sono 25 le figure di spicco della criminalità organizzata locale che rientrano nel novero dei percettori illeciti: si tratta di familiari di affiliati ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino, Amato-Pagano e De Rosa-Pianese.
In Puglia, su 16.571 famiglie beneficiarie sono state riscontrate 1.251 irregolarità (pari al 7,5%) e deferiti in stato di libertà 1.055 soggetti, 379 dei quali noti alle Forze di Polizia (12 per gravi reati associativi). In Abruzzo e Molise le irregolarità scoperte sono state solo il 5,9% dei controlli. In Basilicata la percentuale è del 6,5%. A Collepasso, in provincia di Lecce, un uomo ha dichiarato la presenza nel proprio nucleo familiare di sei minori stranieri mai censiti in quel comune, senza avere con loro alcun vincolo di parentela. Nello stesso Comune pugliese una coppia ha inserito nel proprio nucleo familiare la presenza di altri familiari, in realtà residenti in Germania. A Santeramo in Colle (Bari) una donna è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria perché non aveva indicato né il veicolo di proprietà, né il coniuge. Per percepire il reddito di cittadinanza aveva richiesto la residenza presso un indirizzo che era il secondo ingresso dell’appartamento dove vive con il marito..
Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, si è complimentato con i Carabinieri. “Già immagino gli strali di coloro che vogliono abolire questa misura soprattutto dopo questa operazione, ma proprio ora si deve ribadire che sbagliano. Quando il denaro pubblico deve essere difeso, sono necessarie queste operazioni e ci devono essere pene severe – continua Morra – È indubbio che leggendo dei diversi casi di specie, ci si chieda come sia possibile che i controlli abbiano fallito a monte, perché evidentemente erano false le richieste. Nel 2021 abbiamo tutta la tecnologia e i database per fare controlli incrociati“. E ancora, “per i detrattori del reddito, questa operazione risponde da sola: chi ha bisogno va aiutato, chi imbroglia punito. Mi auguro che la stessa attenzione per il denaro pubblico sia il faro che guidi la lotta all’evasione fiscale, la piaga che affligge il nostro paese e dove miliardi di euro scompaiono nel nulla. Il reddito di cittadinanza non va abolito, come qualcuno ripete stolidamente, ma doverosamente potenziato nei controlli prima che sia erogato”.