Si è rivelata un bluff la criptovaluta a tema Squid Game, l’ultima invenzione per cavalcare il trend innescato dalla serie sudcoreana che ha fatto la fortuna di Netflix diventando un fenomeno di massa. La “Squid”, come era stata chiamata la moneta virtuale ispirata alla storia di Seong Gi-Hun e compagni, è stata infatti usata come mezzo per truffare migliaia di investitori in tutto il mondo. Un classico spediente in stile “rug pull” che in questo caso è valso agli ideatori, nel frattempo spariti senza lasciare tracce, la bellezza di oltre tre milioni di dollari.

Tutto è incominciato il 20 ottobre, quando un gruppo di programmatori ha sfruttato la fama planetaria raggiunta dalla serie per lanciare i pre-ordini di una nuova moneta virtuale a tema: il token, avevano detto gli sviluppatori, sarebbe servito come strumento di pagamento da usare all’interno di un videogioco ispirato proprio ai protagonisti dello show. Un meccanismo non diverso da altri già diffusi nel mondo del gaming online, se non fosse che nel giro di poche ore il valore di Squid è finito alle stelle: da un penny è passata a 40 dollari nel primo weekend per arrivare a oltre 2.800 dollari l’1 novembre. È a quel punto che la trappola è scattata: i creatori hanno deciso di convertire le loro criptovalute in dollari, intascando i frutti del boom, circa 3,3 milioni di dollari, e facendo al contempo crollare a zero il valore della moneta. La dinamica è nota nell’ambiente come “rug pull“: si tratta di una truffa in cui il prezzo del mezzo di scambio viene fatto esplodere con l’obiettivo letterale di scappare via intascandosi i soldi degli investitori.

Oltre al danno, però, anche la beffa. Non foss’altro perchè dei segnali per capire la vera natura del progetto c’erano stati. Innanzitutto un sito, SquidGame.cash, messo in piedi in fretta e furia nelle ultime settimane e che presentava diversi errori al suo interno. Poi la gestione alquanto discutibile dei profili social messi in piedi per comunicare l’iniziativa, sui quali gli utenti non avevano la possibilità di rispondere agli amministratori. Al momento, tanto l’uno quanto gli altri sono risultano cancellati. La circostanza più sospetta era però senza dubbio l’impossibilità da parte degli investitori di riconvertire in dollari gli Squid acquistati: per farlo bisognava infatti passare attraverso un’altra criptovaluta con un meccanismo piuttosto oscuro. Non è il primo caso di truffe basate su sistemi “play-to-earn” alimentate dal clamore attorno a un prodotto tv di massa: di recente è successo la stessa cosa con Mando, la criptovaluta ispirata alla serie Disney The Mandalorian. Dopo un breve periodo di enorme rialzo del valore ecco che gli ideatori del progetto avevano venduto tutto lasciando gli altri con una moneta virtuale senza alcun valore.

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