Grandi manovre tra le principali formazioni sovraniste in Unione europea. Oggi il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha sentito in videoconferenza il primo ministro ungherese, Viktor Orban, e quello polacco, Mateusz Morawiecki. Secondo le indiscrezioni che stanno circolando a Bruxelles, al centro dell’incontro virtuale tra i tre c’era la discussione sulla formazione di un nuovo gruppo al Parlamento europeo che possa unire la Lega con Fidesz, il partito di Orban fuoriuscito dal Ppe dopo i contrasti interni con l’ala liberale che non gli ha perdonato i provvedimenti illiberali e il mancato rispetto dello Stato di diritto in Ungheria, e il partito polacco Pis, attualmente nel gruppo Ecr alla Plenaria ma anch’esso sotto accusa per la recente riforma della giustizia e la sentenza della Corte costituzionale (controllata dall’esecutivo) che ha di fatto ribaltato il principio della supremazia del diritto europeo stabilito dai Trattati ue.
Oltre a smuovere gli equilibri nelle sedi europee, con i parlamentari di Fidesz che cercano una nuova ‘casa’ politica e il gruppo di Identità e Democrazia che deve ritrovare una rotta comune e condivisa tra i suoi componenti, questo incontro sembra anche una risposta da parte del leader del Carroccio al suo vicesegretario, Giancarlo Giorgetti, esponente dell’ala più istituzionale e dialogante del partito, che nel nuovo libro di Bruno Vespa Perché Mussolini rovinò l’Italia, di cui ieri sono circolate alcune anticipazioni, ha affermato che il capo leghista deve decidere da che parte stare, definendo la sua svolta europeista “incompiuta”: “Se vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo, Salvini deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo gruppo. Ma l’alleanza con l’Afd non ha una ragione”. La mossa di oggi di Salvini, però, sembra puntare verso tutt’altra direzione.