“Nessuno mi ha mai chiesto chi era. Per tutti, sapere che era autistico equivale a sapere chi era. Invece, era una persona, con un suo carisma, un suo carattere e desideri che per decenni ho cercato di interpretare. Ogni autistico è un caso a sé e, dietro ognuno, c’è un infinito da scoprire”. Con queste parole, colme di emozione, Eleonora Daniele racconta, in un’intervista sul Corriere della Sera, la storia del fratello Luigi. Affetto da autismo è venuto a mancare a soli 44 anni, nel 2015. La sua vita è ripercorsa nel libro “Quando ti guardo negli occhi – Storia di Luigi, mio fratello” (Mondadori), in uscita il prossimo 9 novembre, in cui la conduttrice di Storie Italiane racconta di Luigi, ma anche del dolore per la sua morte e del senso di impotenza per non aver potuto fare di più. “Nessuno sapeva cosa pensasse. Non ha mai parlato. Ho imparato a capire se aveva sete o voleva un gelato alla fragola. E non sempre indovinavo. Se stava male, non sapevi se era un piede, un dente, lo stomaco. Ho due sorelle molto più grandi, lui aveva sei anni più di me, i miei lavoravano e io, da piccola, ero quella che stava di più con lui. Ero io la sua cocca e non lui il mio. Per cui, mi ha insegnato tante cose, nei suoi silenzi. Mi ha insegnato a stare in ascolto”.
La conduttrice continua a raccontare: “È dura parlarne, i ricordi affiorano e io non sono pronta. Aveva anche momenti di gioia ed euforia, in cui ti faceva volare. Lui mi ha insegnato a capire quell’universo, è come se mi avesse regalato un talento che poi ho usato per raccontare storie in tv, ho raccontato tanti casi di fragilità”. La confessione commovente di Eleonora Daniele ripercorre anche alcuni momenti particolari della crescita del fratello: “La fase più difficile è cominciata con l’adolescenza. Diventava aggressivo, contro se stesso o contro gli altri. Sono cresciuta con lui che, se nel suo animo accadeva qualcosa, mi poteva pure picchiare, tirare i capelli, poteva farlo con me, con chi c’era. La giornata indimenticabile per me era quella che agli altri bambini sarebbe parsa noiosa perché non succedeva niente”. Un elemento fondamentale in questa storia è rappresentato indubbiamente dai genitori di Eleonora e Luigi. Persone semplici, ma legati alla famiglia e ai figli. Con dignità hanno cresciuto un figlio speciale inondandolo di amore. “Sono “stati straordinari – ricorda Eleonora – intanto, non si sono mai vergognati. Non era scontato. Non hanno mai nascosto Luigi. Vivevamo a Saonara vicino a Padova, lui frequentava la salumeria di famiglia anche se, nel mezzo di una crisi, poteva rovesciare uno scaffale di sottaceti. Il vantaggio del paese è che è una famiglia allargata, invece, nelle città, nel chiuso degli appartamenti, quella rete sociale manca”.
La situazione cambia intorno ai vent’anni quando una serie di fattori portano la famiglia ad affidarlo ad un istituto: “Fummo obbligati, papà era invecchiato e non riusciva più a tenerlo durante le crisi. Io avevo 14 anni e, a lungo, ho pensato solo a diventare indipendente per andare a riprendermelo. Poi l’istituto è diventato casa sua. Io piangevo quando ce lo riportavo la domenica sera, ma lui sorrideva. Ho dovuto accettare che tenerlo con me era egoistico”. Luigi viene a mancare, sei anni fa, a soli 44 anni. Nella conduttrice resta quel senso di colpa e di impotenza per non aver potuto salvare un pezzo importante della sua vita e della sua famiglia. “Il desiderio di salvezza è lacerante. E il senso di colpa. Ti chiedi perché non io?. Mi sono sempre chiesta se mio fratello avrebbe potuto imparare qualche parola. Quando lo sogno, e lo sogno spesso, parla sempre perfettamente e con voce limpida”. Questo dolore, però, si è tramutato in amore verso il prossimo. Infatti Eleonora, insieme alle due sorelle, ha fondato l’associazione “Life Inside Onlus”, per sostenere le persone affette da autismo e le loro famiglie. “Con l’associazione supportiamo chi insegna a parlare ai bimbi autistici”, conclude la conduttrice.