A spingere i valori sono soprattutto gli olii vegetali e i cereali mentre si stabilizzano i prezzi di zucchero e carne. Molteplici i fattori di pressione sui prezzi, dal costo dei trasporti a quello dei fertilizzanti
Aumentano le pressioni sui prezzi alimentari a livello globale. In ottobre l’indice della Fao (Food and agricolture organization) he monitora e sintetizza l’andamento del costo di un paniere di alimenti base (dal grano agli olio vegetale) è salito del 3% toccando il livello più alto dell’ultimo decennio e avvicinandosi al record assoluto. Più nel dettaglio i prezzi dei cereali sono cresciuti del 3,2%, gli olii vegetali del 9,6% superando il precedente massimo storico. Viceversa sono scesi i prezzi dello zucchero (- 1,8%) e della carne (- 0,7%).
Negli ultimi 12 mesi gli alimentari sono rincarati del 30%. Molteplici i fattori alla base degli aumenti. Le condizioni meteo dell’ultimo anno hanno danneggiato raccolti in diverse aree del pianeta e i costi dei trasporti sono saliti per effetto dei rallentamenti alle filiere logistiche. Non solo. Quando il costo dei carburanti ottenuti dal petrolio sale, aumenta la richiesta di piante come soia, girasoli o colza da usare per la produzione di biocarburanti, entrando quindi in concorrenza con la domanda a scopo alimentare. Infine, il costo dei fertilizzanti sta salendo dopo che alcuni grossi produttori hanno fermato i loro stabilimenti a causa dei forti rincari del gas che rendono troppo gravosi i costi di produzione.
Gli aumenti del costo delle materie base impiegano un certo tempo per tradursi in ritocchi ai listini finali con un impatto sulla spesa dei consumatori ma i primi effetti si fanno già sentire. Ieri Coldiretti ha ad esempio lanciato un allarme sugli aumenti del costo del pane. Nel 2011 i rincari degli alimenti base furono una delle cause scatenanti delle primavere arabe con proteste e rivolte in diversi paesi mediorientali.