Nella composizione della squadra che amministrerà la capitale si è preferito il quieto vivere e l’accordo con tutte le correnti e correntine del Pd e non solo. E con tutti i ras del centrosinistra cittadino. La sensazione, come conferma una fonte ben informata, è che nelle due settimane di tira e molla il sindaco “abbia cercato di accontentare tutti quelli che in futuro potrebbero dargli fastidio o mettergli i bastoni tra le ruote”. Anche se qualche sorpresa non è mancata. Ma si è pure consumata qualche vendetta
E’ una giunta senza guizzi, quella del neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha lasciato molti elettori con l’amaro in bocca. Se si poteva volare alto, non lo si è fatto, preferendo il quieto vivere e l’accordo con tutte le correnti e correntine del Pd e non solo. E con tutti i ras del centrosinistra cittadino. Anche se qualche sorpresa non è mancata. Ma si è pure consumata qualche vendetta. Due settimane di trattative febbrili con nomi che sono entrati e poi usciti, poi rientrati e ancora spariti di scena. Dove hanno contato i capataz del Pd romano, ma pure i big nazionali. Basti pensare che dei 12 assessori (equamente divisi in 6 uomini e 6 donne) 4 dovevano essere del Pd, ma alla fine le caselle occupate dai dem sono solo tre e questo per una precisa vendetta di Nicola Zingaretti nei confronti di Dario Franceschini, colpevole agli occhi dell’ex segretario di non averlo difeso dagli attacchi all’interno del partito, quelli che poi l’hanno portato alle dimissioni da segretario. Così alla fine i rappresentanti dem nella squadra capitolina sono appunto tre: Sabrina Alfonsi, ex minisindaca del centro storico, ai Rifiuti e Transizione ecologica; Eugenio Patanè ai Trasporti; Maurizio Veloccia all’Urbanistica. La prima assai vicina al potente Claudio Mancini, il secondo a Paolo Gentiloni e il terzo allo stesso Zingaretti. L’importante era lasciare a bocca asciutta Franceschini e la sua consorte Michela Di Biase, potente consigliera regionale che aveva mire anche sul Campidoglio.
A proposito di urbanistica, gira anche una curiosa storiella. Il nome di Giovanni Caudo, ex assessore all’urbanistica della giunta di Ignazio Marino, ideatore della lista Roma futura e presidente di municipio, è girato per quasi tutte le caselle tranne quella di cui è esperto, dato che di professione è proprio urbanista. Così Caudo ha deciso di restare fuori e di lasciare spazio a Claudia Pratelli alla Scuola.
I due ingressi della lista Gualtieri, invece, sono espressione di un certo mondo romano che sta tra le imprese e la politica. Alessandro Onorato, ex fedelissimo del palazzinaro rosso ed ex candidato a sindaco Alfio Marchini, va al Turismo e Grandi Eventi, mentre Monica Lucarelli è alle Attività Produttive e commercio. Il regista della lista è però l’imprenditore ed ex senatore dem Raffaele Ranucci, grande amico della famiglia Caltagirone, costruttori e proprietari del Messaggero.
Per Sinistra Civica ed Ecologista entra invece alle Periferie Andrea Catarci, ex presidente di municipio alla Garbatella e molto vicino all’europarlamentare Massimiliano Smeriglio. Col timbro di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani sembra invece la nomina alla Cultura di Miguel Gotor, di professione storico con la passione per la politica visto che ha fatto un passaggio da senatore ed è tra i fondatori di Mdp-Articolo 1. In questa casella sembrava destinato l’ex direttore di Radio Tre Marino Sinibaldi, ma alla fine l’ha spuntata Gotor. Che in teoria rientra nella “quota tecnici” che Gualtieri si è tenuto per sé, insieme all’assessora al Bilancio Silvia Scozzese (ex giunta Marino, ora consigliera alla Corte dei conti), a Ornella Segnalini, dirigente del ministero delle Infrastrutture che va infatti a Lavori pubblici e Infrastrutture, e alla sorpresa Tobia Zevi a Patrimonio e Politiche abitative. Ricercatore e appartenente a una famiglia assai nota della comunità ebraica, nel suo curriculum può vantare una lunga collaborazione con Paolo Gentiloni, prima alla Farnesina e poi a Palazzo Chigi, ai tempi in cui l’attuale commissario europeo è stato premier, dal 2016 al 2018. La Comunità di Sant’Egidio, infine, piazza Barbara Funari, coordinatrice romana della lista Demos, alla Salute.
Insomma, tutte le anime del centrosinistra capitolino sono rappresentate. Ma la sensazione, come conferma una fonte ben informata, è che nelle due settimane di tira e molla Gualtieri “abbia cercato di accontentare tutti quelli che in futuro potrebbero dargli fastidio o mettergli i bastoni tra le ruote”. Meglio mettere le mani avanti, tenersi buoni tutti ed evitare problemi. Senza dimenticare che il portavoce del sindaco è Luigi Coldagelli, ex addetto stampa di Walter Veltroni, poi portavoce di Andrea Orlando e infine capo ufficio stampa Rai in epoca Campo Dall’Orto. E’ stato lui, in estate, a organizzare una serata in onore di Gualtieri in quel di Capalbio, per presentarlo in società.