Il governo ha intenzione di rinnovare per tre anni le detrazioni già esistenti. Tutte meno il bonus facciate che terminerà nel 2022 con un beneficio fiscale che scende dal 90 al 60 per cento. Ma il superbonus viene “ridimensionato” introducendo a partire dal 2024 una soglia Isee a 25mila euro annui per le case unifamiliari. Sforbiciata per i benefici fiscali per l'acquisto di mobili: l'aliquota resta del 50% da ripartire su dieci annualità, ma il tetto massimo di spesa scende da 16mila a 5mila euro
In forse l’addio allo sconto in fattura e alla cessione del credito per gli interventi edilizi. Salvo per il superbonus 110% che però viene “ridimensionato” a partire dal 2024 introducendo, per le villette, una soglia Isee a 25mila euro annui. Sono queste, in attesa di eventuali modifiche durante il percorso parlamentare, le maggiori novità nella bozza della manovra sui bonus legati ad edilizia e ristrutturazioni con uno stanziamento da ben 37 miliardi. Di questa cifra ben quindici sono destinati alla copertura del superbonus. Mentre studia la revisione del catasto, quindi, il governo Draghi inizia a ridurre i generosi aiuti per i proprietari di casa. Segno che la coperta è corta ed è necessario fare delle scelte. Ma andiamo per gradi.
Nella manovra 2022 il governo ha intenzione di rinnovare per tre anni le detrazioni già esistenti. Tutte meno il bonus facciate che terminerà nel 2022 con un beneficio fiscale che scende dal 90 al 60 per cento. Restano quindi ecobonus al 50 e al 65% per interventi di efficienza energetica e ristrutturazione edilizia. Così come rimane anche la detrazione per la sistemazione di giardini e terrazzi. Subiscono invece una sforbiciata i benefici fiscali per l’acquisto di mobili: l’aliquota resta del 50% da ripartire su dieci annualità, ma il tetto massimo di spesa scende da 16mila a 5mila euro.
Il Superbonus 110% – che stando agli ultimi dati Enea aggiornati al 31 ottobre ha registrato investimenti per 9,7 miliardi di euro per detrazioni a carico dello Stato pari a 10,7 miliardi – resta la misura centrale. Con qualche cambiamento rispetto al passato. Innanzitutto si definiscono i contorni della platea di beneficiari con una chiara preferenza per i condomini. Secondo la bozza, le detrazioni per tutte le spese sostenute entro il 31 dicembre del prossimo anno spettano alle persone fisiche che, entro il 30 settembre 2021, hanno presentato una Cila o le pratiche per demolizione/ricostruzione. Dal 2023 il bonus è previsto solo a vantaggio dei condomini con la percentuale che scende dal 110% fino al 70 nel 2024 e poi al 65 per cento nel 2025. Nessuna proroga per le unità immobiliari, le villette e anche gli appartamenti all’interno dei condomini, se non per gli interventi già avviati prima del 30 settembre 2021 o per l’abitazione principale di chi sostiene la spesa e ha un Isee inferiore a 25mila euro. Sotto il profilo delle modalità tecniche con cui accedere alle detrazioni, nulla di nuovo sotto il sole. Resta la regola d’oro della tracciabilità delle spese attraverso bonifico parlante.
“C’è un approccio positivo del governo nella misura in cui proroga le detrazioni edilizie minori diverse dal superbonus per tre anni, eccezione fatta per il bonus facciate. La proroga per tre anni dà un certo respiro di programmazione – spiega Enrico Zanetti, ex viceministro dell’economia e attualmente ricercatore della Fondazione nazionale commercialisti – Ci sono poi però evidenti problematiche che riguardano il superbonus. Si è scelto di concentrarsi sui condomini, ma sono lasciate fuori non solo le cosiddette villette ma anche gli interventi cosiddetti trainati che possono essere realizzati in abitazioni presenti nei condomini che realizzano ristrutturazioni sulle parti comuni. E’ assurdo dire prorogo gli interventi del condominio, ma non lo faccio per i proprietari degli appartamenti che potrebbero a loro volta fare ristrutturazioni per migliorare l’efficienza energetica”.
Ma l’aspetto più rilevante per chi decide di fare lavori di ristrutturazione è l’ipotesi di stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per tutte le agevolazioni casa. Inclusi bonus riqualificazione energetico o sismabonus. L’unica eccezione dovrebbe restare il superbonus che prevede la necessità di un visto di conformità da parte di un professionista assicurato e abilitato. “Il visto è una garanzia per lo Stato nel caso in cui si arrivi ad un punto in cui si debbano recuperare i soldi e magari le detrazioni non spettavano – riprende Zanetti – Non si capisce perché il governo non abbia deciso di chiedere garanzie anche per le altre detrazioni con professionisti accreditati, ma abbia preferito limitare lo sconto in fattura e la cessione del credito al solo superbonus”. Non a caso molto critici sugli interventi in manovra sono sia la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media imprese che FederlegnoArredo. Per i primi i nuovi paletti del superbonus e le novità sul fronte della cessione dei crediti rischiano di frenare la timida ripresa del settore edilizio. Per FederArredo, poi, il ridimensionamento delle detrazioni per i mobili attraverso una soglia più contenuta è semplicemente miope.
“Proprio in questo momento in cui il mercato sta ripartendo diventa importante dar seguito alle misure di sostegno – precisa Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi Tecnocasa – Misure come il bonus edilizia permettono di rinvigorire il mattone e tutte le attività ad esso correlate dando ulteriore slancio al patrimonio immobiliare italiano”. E, invece, come puntualizza il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani, “le indiscrezioni sulla manovra sono particolarmente negative per un settore immobiliare già duramente colpito dall’annuncio della revisione del catasto”. Il Movimento 5 stelle, che lo scorso anno ha introdotto il superbonus, chiede di estendere la proroga anche alle case unifamiliari, senza la soglia di reddito Isee a 25.000 euro.