Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ambiente & Veleni - 4 Novembre 2021
Transizione energetica, per gli imprenditori dell’acciaio va bene così. Il presidente Bernabè: “G20 e Cop26? Impegni seri e non ‘bla bla bla”
“La transizione energetica non è più uno slogan politico. È un percorso tracciato con grande precisione, un sistema di incentivi e soprattutto con una serie di disincentivi che incidono fortemente sul futuro dell’industria entriamo in un sistema molto più rigido e molto più controllato quindi direi che non è il ‘bla bla’ di cui parla Greta Thunberg, ma è una cosa seria e tutta l’industria deve adattarsi a un mondo nuovo”.
Così Franco Bernabè, attualmente presidente di Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva, ndr) commenta i lavori del G20 di Roma e della Cop26 in corso a Glasgow. Eppure anche il neo Premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, ha pubblicamente criticato i recenti summit internazionali per la mancanza di un vero piano per il raggiungimento degli obiettivi fin qui sanciti. “Oggi tutti i Paesi si stanno dando una road-map e anche la Cina, che è stata molto criticata per l’assenza e che da sola produce nei settori hard-to-abate (ovvero altamente energivori) il 60% della CO2 mondiale, una road-map ce l’ha, è contenuta nel piano quinquennale 2021-2026, e ha obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione, perché la Cina ha problemi ambientali giganteschi che il governo vuole affrontare perché non c’è in Cina un consenso a inquinare – ribatte Bernabè – Certo, si dovrà chiedere a Cina e India di fare sforzi maggiori ma anche loro una road-map se la sono data, anche se quella Europea è molto ambiziosa”.
Per il presidente dell’ex Ilva “il problema è che le rinnovabili non possono essere l’unica risposta e in Italia per una serie di motivi legittimi o non vediamo che non stanno crescendo – e ammette – che “l’innovazione nel mondo dell’energia oggettivamente è stata molto trascurata nel passato e richiede tempi molto lunghi. C’è bisogno che i politici si rendano conto che i tempi ai quali abbiamo la necessità di far fronte sono tempi molto lunghi e serviranno investimenti molto rilevanti”.
Investimenti in nuove tecnologie “essenziali anche perché l’alternativa è disoccupazione e crisi dell’industria”. “L’Occidente – conclude Bernabè – ha un consumo pro capite molto più alto rispetto al resto del mondo ma anche le capacità più avanzate per centrare gli obiettivi della decarbonizzazione e noi ce la faremo”.