Paolo Voltini avrebbe estorto le dimissioni di due dipendenti del Consorzio Agrario, Paolo Ferrari ed Ersilio Colombo, per "liberarsi illegittimamente di persone non gradite, senza pagare loro le indennità spettanti in base alle norme a tutela del lavoratore"
Estorsione aggravata ai danni di due dipendenti del Consorzio Agrario di Cremona. Con questa accusa, al termine del rito abbreviato, il presidente di Coldiretti Lombardia, Coldiretti Cremona e Consorzio Paolo Voltini è stato condannato a quattro anni e sei mesi. La sentenza è arrivata in mattinata ed è stata emessa dal gup del tribunale di Cremona Elisa Mombelli. Tre anni e otto mesi era stata la richiesta dei pm Vitina Pinto e Chiara Treballi. Per Voltini è stata disposta la interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. In caso di sentenza definitiva scatterà la pena accessoria della sospensione da tutte le cariche per quattro anni e mezzo.
Per estorsione aggravata in concorso è stato condannato anche l’altro imputato nel processo: tre anni e quattro mesi a Tullo Soregaroli, collaboratore di Voltini, il quale si occupa del personale del sindacato degli agricoltori. Sia Voltini che Soregaroli dovranno pagare ai dipendenti del Consorzio Agrario una provvisionale dell’importo di 20mila euro. La restante parte del risarcimento sarà pagata in sede di successivo processo civile. Secondo la ricostruzione dei magistrati di Cremona, Voltini avrebbe estorto “le dimissioni di due dipendenti del Consorzio Agrario, Paolo Ferrari ed Ersilio Colombo, rispettivamente formalizzate il 17 giugno del 2015 e il primo luglio del 2015”. Il tutto, “sotto la minaccia di imprecisate azioni di responsabilità e di rovinare loro la carriera ed ogni futura assunzione lavorativa in caso di rifiuto, impedendo loro fisicamente di uscire dalla stanza ove erano stati convocati e di usare il telefono cellulare per contattare il proprio legale”.
Voltini avrebbe costretto i due ex dipendenti del Consorzio a firmare le dimissioni, in questo modo violando “i loro diritti relativi all’interruzione del rapporto di lavoro, così procurandosi l’ingiusto profitto consistito nel liberarsi illegittimamente di persone non gradite, senza pagare loro le indennità spettanti in base alle norme a tutela del lavoratore”. I due, costituitisi parte civile nel procedimento a carico di Voltini, avevano chiesto un maxi-risarcimento: 350mila euro chiesti da Colombo, venditore di mezzi agricoli; un milione e 127mila euro da Paolo Ferrari.