Richiamo per tutti a sei mesi dalla seconda dose: è la decisione uscita dal vertice dei ministri della Sanità dei Länder tedeschi, riuniti a Lindau con il Ministro federale Jens Spahn. Una scelta che va persino oltre il parere della Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) che la consigliava solo dai 70 anni in su. Finora in Germania hanno ricevuto il booster solo i 2,4 milioni di ospiti nelle case di cura, mentre adesso vi avranno potenzialmente accesso in dieci milioni. Verrà data la precedenza, infatti, ai più anziani o a chi ha malattie pregresse, nonché al personale medico. Le dosi a disposizione sono sufficienti, ma non sono esclusi ritardi per la mancanza di ambulatori medici sufficienti: se nella fase acuta della pandemia c’erano 75mila strutture per la somministrazione dei vaccini, in seguito alla chiusura – da fine settembre – di larga parte dei grossi centri regionali si è scesi a sole 30mila. Il successo dipende dunque da quanto in fretta si riuscirà a fare ripartire gli ambulatori in stand-by. Ci sono marcate differenze tra i Länder: Berlino ha ancora solo due centri in funzione su sei, mentre in Turingia ne funzionano ancora 29, cui si aggiungono 25 centri mobili. Si proverà a risolvere il problema anche affidandosi ai medici di base, che potranno somministrare i richiami nello stesso appuntamento preso per le vaccinazioni anti-influenzali.
Nuovi finanziamenti agli ospedali – “Ci troviamo davanti a delle settimane molto difficili” ha detto Spahn, ministro della Sanità uscente (Cdu). Solo venerdì infatti ci sono state 37.210 nuove infezioni, ed entro dieci/quattordici giorni, secondo le stime, lo 0,8% di loro (quasi 350 persone) finirà in terapia intensiva. Il ministro ha perciò assicurato aiuti finanziari agli ospedali con effetto retroattivo dall’inizio di novembre, per compensare le perdite dovute al ritardo di altri interventi programmati. In Baviera, la metà dei 35 milioni già stanziati a questo scopo andranno a diretto beneficio del personale sanitario in riconoscimento dell’elevata tensione cui è sottoposto per il crescente carico di lavoro. Un’altra area di azione cui si sono detti concordi i ministri a Lindau è l’estensione di tamponi giornalieri a tutti i visitatori e al personale medico e paramedico nelle case di cura, indipendentemente se vaccinati o meno. La misura giunge a fronte di focolai registrati ormai in 135 ospizi: il più grave, con 12 morti, in Brandeburgo. Se negli ospedali infatti in media l’80% del personale è vaccinato, tra il personale delle case di riposo e i paramedici si stima che fino al 40% non lo sia.
Le resistenze sull’obbligo vaccinale – La politica, tuttavia, non si è decisa ad imporre l’obbligo vaccinale per chiunque sia a contatto con i degenti come era stato caldeggiato dai Ministri della sanità del Baden-Württemberg Manfred Lucha (Verdi), del Saarland Monika Bachmann (Cdu), e della Sassonia-Anhalt Petra Grimm-Benne (Spd), perché ha paura che i sanitari in larga misura la rifiutino, abbandonando il lavoro. Pur precisando di considerare il vaccino un obbligo morale per i sanitari a contatto coi pazienti, il ministro Spahn ha ricordato che se il 50% decidesse di rifiutarsi ci si troverebbe di colpo senza la metà del personale. Allo stesso tempo, però, un sondaggio della società Infratest dimap per la rete televisiva ARD svela che il 57% dei tedeschi vorrebbe addirittura l’obbligo vaccinale per tutti.
Più 2G, meno 3G – Il terzo intervento deciso al vertice di Lindau è l’estensione della regola “2G” (accesso a soli vaccinati o guariti, a differenza del “3G” che invece comprende anche i tamponati) a sempre più ambiti. I Länder però procedono in modo diverso a seconda delle esigenze. La Sassonia ha già imposto il “2G” ad attività quali la ristorazione al chiuso, i cinema e teatri, mentre prima era facoltà dei gestori se scegliere o meno di adottarla. Lo standard varrà anche per tutte le manifestazioni con più di mille partecipanti, dalle partite di calcio ai mercatini natalizi. Solo consigliato – ma non imposto – il lavoro da casa, oppure l’accesso in ufficio sottoposto al “3G”, come hanno già fatto molte piccole imprese. Sui mezzi pubblici occorreranno le FFP2. In Baviera, se in un ufficio ci sono più di dieci persone in una stanza va osservato il “3G”; è stato reintrodotto l’obbligo di mascherina anche solo chirurgica, tolto all’inizio di ottobre, per tutti gli studenti delle scuole elementari per una settimana, nelle altre per due. Se invece si passerà alla situazione detta di “semaforo rosso” (con oltre 600 posti di terapia intensiva occupati da casi covid in tutto il Land) entrerà in vigore ovunque solo la regola “2G”. Berlino medita di imporre un tetto alle presenze e la regola “2G”.
Controlli più rigidi sul rispetto delle misure – Il Ministro Spahn aveva già chiarito, alla vigilia dell’incontro, che la scadenza dello stato d’emergenza fissata al 25 novembre prossimo non significa che le misure di sicurezza possano venire meno, perché la pandemia non è affatto finita. L’impegno dei ministri della Sanità ora è a controllare in modo più rigido l’applicazione delle regole “3G” e “2G”, anche con verifiche della polizia, introdurre i tamponi obbligatori per l’accesso ai luoghi di cura e dare più slancio alle vaccinazioni di richiamo. Il prolungamento dello stato di emergenza pandemica nazionale darebbe comunque ai Länder maggiore sicurezza legale e potrebbe ancora essere deciso in un possibile nuovo vertice tra Angela Merkel ed i governatori. I tre partiti impegnati nel formare il nuovo governo (Verdi, Spd e Fdp) hanno peraltro annunciato di voler presentare al Bundestag un disegno di legge in proposito il 18 novembre.
Mondo
Germania, terza dose per tutti a sei mesi dalla seconda: la decisione dei ministri della Sanità dei Länder. Con più soldi per gli ospedali
Una scelta che va persino oltre il parere della Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) che la consigliava solo dai 70 anni in su. Verrà data la precedenza, infatti, ai più anziani o a chi ha malattie pregresse, nonché al personale medico. Le dosi a disposizione sono sufficienti, ma non sono esclusi ritardi per la mancanza di ambulatori medici sufficienti
Richiamo per tutti a sei mesi dalla seconda dose: è la decisione uscita dal vertice dei ministri della Sanità dei Länder tedeschi, riuniti a Lindau con il Ministro federale Jens Spahn. Una scelta che va persino oltre il parere della Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) che la consigliava solo dai 70 anni in su. Finora in Germania hanno ricevuto il booster solo i 2,4 milioni di ospiti nelle case di cura, mentre adesso vi avranno potenzialmente accesso in dieci milioni. Verrà data la precedenza, infatti, ai più anziani o a chi ha malattie pregresse, nonché al personale medico. Le dosi a disposizione sono sufficienti, ma non sono esclusi ritardi per la mancanza di ambulatori medici sufficienti: se nella fase acuta della pandemia c’erano 75mila strutture per la somministrazione dei vaccini, in seguito alla chiusura – da fine settembre – di larga parte dei grossi centri regionali si è scesi a sole 30mila. Il successo dipende dunque da quanto in fretta si riuscirà a fare ripartire gli ambulatori in stand-by. Ci sono marcate differenze tra i Länder: Berlino ha ancora solo due centri in funzione su sei, mentre in Turingia ne funzionano ancora 29, cui si aggiungono 25 centri mobili. Si proverà a risolvere il problema anche affidandosi ai medici di base, che potranno somministrare i richiami nello stesso appuntamento preso per le vaccinazioni anti-influenzali.
Nuovi finanziamenti agli ospedali – “Ci troviamo davanti a delle settimane molto difficili” ha detto Spahn, ministro della Sanità uscente (Cdu). Solo venerdì infatti ci sono state 37.210 nuove infezioni, ed entro dieci/quattordici giorni, secondo le stime, lo 0,8% di loro (quasi 350 persone) finirà in terapia intensiva. Il ministro ha perciò assicurato aiuti finanziari agli ospedali con effetto retroattivo dall’inizio di novembre, per compensare le perdite dovute al ritardo di altri interventi programmati. In Baviera, la metà dei 35 milioni già stanziati a questo scopo andranno a diretto beneficio del personale sanitario in riconoscimento dell’elevata tensione cui è sottoposto per il crescente carico di lavoro. Un’altra area di azione cui si sono detti concordi i ministri a Lindau è l’estensione di tamponi giornalieri a tutti i visitatori e al personale medico e paramedico nelle case di cura, indipendentemente se vaccinati o meno. La misura giunge a fronte di focolai registrati ormai in 135 ospizi: il più grave, con 12 morti, in Brandeburgo. Se negli ospedali infatti in media l’80% del personale è vaccinato, tra il personale delle case di riposo e i paramedici si stima che fino al 40% non lo sia.
Le resistenze sull’obbligo vaccinale – La politica, tuttavia, non si è decisa ad imporre l’obbligo vaccinale per chiunque sia a contatto con i degenti come era stato caldeggiato dai Ministri della sanità del Baden-Württemberg Manfred Lucha (Verdi), del Saarland Monika Bachmann (Cdu), e della Sassonia-Anhalt Petra Grimm-Benne (Spd), perché ha paura che i sanitari in larga misura la rifiutino, abbandonando il lavoro. Pur precisando di considerare il vaccino un obbligo morale per i sanitari a contatto coi pazienti, il ministro Spahn ha ricordato che se il 50% decidesse di rifiutarsi ci si troverebbe di colpo senza la metà del personale. Allo stesso tempo, però, un sondaggio della società Infratest dimap per la rete televisiva ARD svela che il 57% dei tedeschi vorrebbe addirittura l’obbligo vaccinale per tutti.
Più 2G, meno 3G – Il terzo intervento deciso al vertice di Lindau è l’estensione della regola “2G” (accesso a soli vaccinati o guariti, a differenza del “3G” che invece comprende anche i tamponati) a sempre più ambiti. I Länder però procedono in modo diverso a seconda delle esigenze. La Sassonia ha già imposto il “2G” ad attività quali la ristorazione al chiuso, i cinema e teatri, mentre prima era facoltà dei gestori se scegliere o meno di adottarla. Lo standard varrà anche per tutte le manifestazioni con più di mille partecipanti, dalle partite di calcio ai mercatini natalizi. Solo consigliato – ma non imposto – il lavoro da casa, oppure l’accesso in ufficio sottoposto al “3G”, come hanno già fatto molte piccole imprese. Sui mezzi pubblici occorreranno le FFP2. In Baviera, se in un ufficio ci sono più di dieci persone in una stanza va osservato il “3G”; è stato reintrodotto l’obbligo di mascherina anche solo chirurgica, tolto all’inizio di ottobre, per tutti gli studenti delle scuole elementari per una settimana, nelle altre per due. Se invece si passerà alla situazione detta di “semaforo rosso” (con oltre 600 posti di terapia intensiva occupati da casi covid in tutto il Land) entrerà in vigore ovunque solo la regola “2G”. Berlino medita di imporre un tetto alle presenze e la regola “2G”.
Controlli più rigidi sul rispetto delle misure – Il Ministro Spahn aveva già chiarito, alla vigilia dell’incontro, che la scadenza dello stato d’emergenza fissata al 25 novembre prossimo non significa che le misure di sicurezza possano venire meno, perché la pandemia non è affatto finita. L’impegno dei ministri della Sanità ora è a controllare in modo più rigido l’applicazione delle regole “3G” e “2G”, anche con verifiche della polizia, introdurre i tamponi obbligatori per l’accesso ai luoghi di cura e dare più slancio alle vaccinazioni di richiamo. Il prolungamento dello stato di emergenza pandemica nazionale darebbe comunque ai Länder maggiore sicurezza legale e potrebbe ancora essere deciso in un possibile nuovo vertice tra Angela Merkel ed i governatori. I tre partiti impegnati nel formare il nuovo governo (Verdi, Spd e Fdp) hanno peraltro annunciato di voler presentare al Bundestag un disegno di legge in proposito il 18 novembre.
Articolo Precedente
Bonus Facciate, confermata la proroga fino al 2022
Articolo Successivo
Austria, “lockdown” per i non vaccinati: vietato l’accesso a ristoranti, hotel, teatri, cinema e concerti. Sul lavoro ammessi anche i tamponi
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, scontro sul testo del G7. E gli Usa minacciano il veto all’Onu: “No emendamenti, Mosca e Kiev sostengano il nostro piano”. Dall’Ue nuove sanzioni
Mondo
Il presidente argentino Milei sotto indagine della procura per la truffa della criptovaluta $Libra
Economia & Lobby
Trump contro i Paesi che applicano web tax (come l’Italia): “Estorsione, risponderemo con misure punitive”
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "La vicenda di attivisti e giornalisti spiati sta assumendo tratti sempre più inquietanti. Anche Don Mattia Ferrari, prete attivo con Mediterranea, è stato spiato con un software installato sul suo telefono". Lo dice la segretaria del Pd Elly Schlein.
"È urgente e necessario che il governo, e in particolare Giorgia Meloni, smetta di scappare e si impegni a chiarire al Paese chi sta spiando attivisti e giornalisti, perché qui sono a rischio le fondamenta dello stato di diritto. Abbiamo chiesto al governo di dirci quali entità statali hanno autorizzato l’installazione dei software di Paragon sui cellulari spiati, e il governo non sta dando queste risposte".
"Che cosa sta coprendo? Perché la Presidente del Consiglio trova il tempo di partecipare a ogni convention sovranista, ma non lo trova per fare chiarezza su questi fatti gravissimi e renderne conto al Parlamento? Le italiane e gli italiani meritano risposte ed è suo dovere fornirle. Da parte mia e di tutto il Partito democratico piena solidarietà e sostegno a Don Mattia Ferrari".
Milano, 24 feb. (Adnkronos) - Supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, attraverso iniziative di promozione e sostegno finanziario e strategie di cooperazione nazionale e internazionale, per contribuire alla crescita economica del Paese, mettendo in stretta connessione mondo accademico e produttivo. E' la mission della Fondazione Bicocca, il nuovo ente costituito dall'università di Milano-Bicocca presentato oggi nell’Aula Magna dell’ateneo, durante l’evento 'Connessioni per il futuro', alla presenza della rettrice Giovanna Iannantuoni, del presidente della Fondazione e prorettore vicario dell’ateneo Marco Orlandi, del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Alessandro Morelli, dell’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi e dell’assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello.
La Fondazione Bicocca è una fondazione di partecipazione, senza scopo di lucro, e nasce per favorire la partnership tra ateneo e soggetti esterni, la collaborazione tra pubblico e privato. Sue finalità principali sono il sostegno all’imprenditorialità accademica e alla valorizzazione della proprietà intellettuale, il supporto ai servizi per gli studenti e alle iniziative di orientamento e la partecipazione a progetti internazionali, europei e nazionali per attrarre finanziamenti a sostegno della ricerca e dell’innovazione.
Fondazione Bicocca avrà il suo quartier generale nella sede principale dell'università, nell'edificio U6 Agorà. A poca distanza, in Bim, il grande progetto di rigenerazione urbana promosso da Aermont Capital e Kervis Sgr che sta trasformando un iconico edificio di Vittorio Gregotti in una work destination all’avanguardia, troverà casa il Bicocca Pavilion, il nuovo innovation hub della Fondazione Bicocca, che mette in relazione le eccellenze dell'ateneo con il mondo delle imprese. Il pavilion, progettato da Piuarch e costruito al centro della piazza, immerso nel verde, è uno spazio polifunzionale dal design distintivo e flessibile, pensato per ospitare un ecosistema evoluto di imprese e professionisti, favorendo il dialogo e le sinergie. L’inaugurazione del Bicocca Pavilion avverrà il 14 aprile.
Nello specifico, la Fondazione opera nei seguenti ambiti: alta formazione, con la gestione e la promozione di tutti i master di I e II livello, corsi professionalizzanti, summer e winter school e convegni accademici, con l’obiettivo di aumentare del 10 per cento l’offerta formativa a partire dall’anno accademico 2025-2026; ricerca e trasferimento tecnologico, con la promozione e la valorizzazione dei risultati della ricerca universitaria attraverso il supporto alla brevettazione e alla partnership con imprese ed enti pubblici, con lo scopo di incrementare del 10 per cento i proventi da collaborazioni con aziende; eventi e public engagement, con il coordinamento e l'organizzazione di hackathon, workshop e conferenze per promuovere la ricerca, condividerne la conoscenza con il pubblico e attrarre sponsorizzazioni private.
E' prevista l’organizzazione di almeno 10 eventi sponsorizzati all’anno. "La creazione della Fondazione Bicocca rappresenta un passo strategico per il nostro ateneo -afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni- introducendo una serie di vantaggi operativi, gestionali e strategici che integrano e potenziano le attività già svolte. La Fondazione potenzia e amplifica l’impatto dell’Università sul territorio e nel panorama accademico nazionale e internazionale. Milano-Bicocca si pone all’avanguardia nella creazione di un ecosistema accademico-innovativo, in grado di rispondere alle sfide del futuro con strumenti più efficaci e competitivi".
"Grazie alla Fondazione -dichiara il presidente della Fondazione e prorettore vicario dell’ateneo, Marco Orlandi- potremo ottimizzare la gestione di iniziative chiave per la formazione, il trasferimento tecnologico e la valorizzazione della ricerca, consolidando il ruolo dell'università di Milano-Bicocca come polo di eccellenza. Vogliamo che la Fondazione diventi un punto di riferimento per la valorizzazione della conoscenza e dell’innovazione tecnologica, promuovendo sinergie con il mondo imprenditoriale e con le istituzioni pubbliche".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "A tre anni dalla brutale aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, vanno ribadite vicinanza e solidarietà alla coraggiosa resistenza ucraina a difesa della propria indipendenza e della libertà delle sue scelte nazionali". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"La violazione delle più basilari norme di convivenza internazionale, infrangendo anche solenni impegni assunti nel 1994 tra le due parti, le centinaia di migliaia di vittime, anche tra la popolazione civile, la devastazione volutamente perseguita delle infrastrutture ucraine -aggiunge il Capo dello Stato- sollecitano, insieme a una severa condanna, la ricerca di rapido avvio di colloqui affinché le due parti pervengano alla definizione di una pace giusta, in linea con i principi dell’Onu, garantita da efficaci misure di sicurezza che la rendano effettiva e definitiva".
Montaione, 24 feb. (Adnkronos) - “Papa Francesco l’ho conosciuto, per due volte ho avuto la fortuna di stringergli la mano, quando sei davanti a lui, se ti metti in silenzio, riesci a sentire quella energia del suo modo di essere della persona che è. Sono uno che un po’, a modo suo, delle volte prega anche, e voglio dire una preghiera per Papa Francesco”. Anche il ct della Nazionale azzurra di calcio Luciano Spalletti, in un incontro con i giornalisti nella sua tenuta di Montaione, ha voluto dedicare un pensiero e una preghiera per la salute di Papa Francesco ricoverato da giorni al Gemelli.
Roma, 24 feb (Adnkronos) - Domani, martedì 25 febbraio, alle 16.30 presso la sala della Regina di Montecitorio, si svolge il convegno 'In ricordo di Luca Attanasio - Un uomo delle istituzioni che ha onorato l'Italia nel mondo'. Lo rende noto la Camera.
Saluti in apertura del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Intervengono Zakia Seddiki Attanasio, Presidente della Fondazione Mama Sofia, Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale e Vicepresidente del Consiglio, Giuseppe Valditara, Ministro dell'Istruzione e del Merito, Orazio Schillaci, Ministro della Salute, Isabella Rauti, Sottosegretario alla Difesa, Fabio Marchese Ragona, giornalista e autore del libro "Luca Attanasio, storia di un ambasciatore di pace", che sarà commentato durante il convegno, Ettore Sequi, già Segretario generale del Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale e Vicepresidente Sace. Coordina i lavori Maria Antonietta Spadorcia, vicedirettore del Tg2. L'appuntamento viene trasmesso in diretta webtv.