“Ho paura del Covid e non sono pronto a morire”. Parola di Ken Follett. Intervistato dal Corriere della Sera, nei giorni dell’uscita del suo nuovo romanzo Per niente al mondo (Mondadori), il celebre romanziere inglese, oggi 72enne, ha voluto illustrare il suo punto di vista sulla letteratura passata e presente, sfiorando anche i sempiterni temi di attualità. Intanto la vis polemica molto naturale di Follett torna sul tema dell’emotività che deve suscitare un romanzo (prima di tutto il suo ndr). “Ci sono romanzi e lavori teatrali scritti in maniera terribilmente intelligente, che però non commuovono nessuno”, spiega Follett. “Sulla stampa britannica spesso si legge che uno scrittore è sottovalutato: ma, in qualche modo, il mondo non la pensa così e c’è una ragione per questo. Ed è probabilmente che quello scrittore è molto intelligente e la sua scrittura è di altissima qualità, ma non c’è nulla che ti spezza il cuore”.
Quindi, Follet ha parlato dei timori di un’eventuale Terza Guerra Mondiale, tema al centro del suo nuovo libro: “Noi speriamo che non succeda mai: ma mai dire mai! Era molto importante per la storia che il lettore credesse che tutto può accadere. Come per la Prima guerra mondiale, le cose non succedono perché i leader sono stupidi: certo, ci sono presidenti e primi ministri che prendono decisioni stupide, ma non volevo che questo accadesse nel libro, qui non si parla di gente stupida. Una guerra può cominciare per caso: ma questa non è una buona storia. Ho intervistato gente che è coinvolta nella politica e ne ho chiesto l’opinione. Uno è stato Gordon Brown: gli ho domandato com’era avere il potere di cominciare una guerra nucleare. Non mi ha risposto“.
Poi ecco le bordate su Proust (“puoi riassumere i sette volumi della Recherche in quindici secondi, perché non succede praticamente nulla”); su Coetzee (“lo trovo davvero noioso”); su Joyce (“l’Ulisse è un vero pasticcio”). Infine la considerazione che seppur a Londra sia tornato pressoché tutto alla normalità nonostante le decine di migliaia di casi giornalieri di contagio di Coronavirus Follett ha paura “si sono nervoso, non mi piace andare in ristoranti affollati, vedo solo vecchi amici vaccinati (…) io non sono pronto a morire, ho ancora tanto da fare”.