Il leader di Azione giovedì ha preso parte alla prima seduta della nuova assemblea Capitolina. La Repubblica racconta che durante la pausa sigaretta ha strappato il cartello e lo ha lasciato tra le piante. La sua risposta su Twitter: "Stavano tutti fumando compresa la giornalista di Repubblica. Tutti pigiati dietro enormi condizionatori per non essere beccati. Li ho fatti uscire da lì"
Stacca il cartello che segnala il divieto di fumo, lo lascia tra le piante e strappa pure i nastri che delimitano l’area: è l’esordio di Carlo Calenda in Campidoglio raccontata oggi da Repubblica. Il leader di Azione, dopo l’ottimo risultato alle elezioni comunali di Roma, giovedì ha preso parte alla prima seduta della nuova assemblea Capitolina. Il quotidiano svela che dopo cinque ore di riunione Calenda si è concesso la pausa sigaretta. Davanti alla buvette del Campidoglio, però, c’è (o meglio c’era) un cartello che segnala il divieto di fumo. Calenda si è ribellato e lo ha rimosso, nascondendolo tra le piante.
La replica via Twitter del leader di Azione non si è fatta attendere: “Ma le cavolate che scrivete… Stavano tutti fumando compresa la giornalista di Repubblica e l’ex assessore al personale in un’area esterna alla buvette prima fumatori e poi chiusa dai 5S. Tutti pigiati dietro enormi condizionatori per non essere beccati. Li ho fatti uscire da lì“, rivendica Calenda. Che poi sul cartello specifica: “Ma quale divelto, era una fotocopia plastificata appoggiata a un davanzale”. Quindi ribatte a un follower che gli sconsiglia la sigaretta (“Fumare fa male”, scrive sul social): “Ma certo. Fumare accalcati in dieci durante il Covid dietro enormi apparecchiature elettroniche – replica Calenda – fa peggio. Diciamo che ho applicato un riformismo pragmatico contro il populismo 5S“. Questa è stata la sua prima battaglia in Campidoglio.