Politica

Per Ricolfi un divario esiste ma a favore del sud. Però i conti pubblici territoriali dicono altro

di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Luca Ricolfi e Giancarlo Giorgetti: questo è il loro momento. Del primo solo lodi: da presidente della fondazione che prende il nome da Hume, mica dal noto fra’ di Velletri, all’approdo a La Repubblica. Si chiude così un’era: quella di La Repubblica.

Nel 2010 scrisse un mirabile saggio: Il sacco del nord. Il nord depredato produsse notizia e ne nacque un referendum per porre fine alla ‘spoliazione’ del settentrione da parte dei saprofiti del sud. Tutti lessero solo il titolo, sufficiente per capire tesi e antitesi. Antonio Polito ne fu folgorato, quindi giù botte da orbi ai terroni.

Che dice il saggio? “Il tenore di vita del cittadino del nord vale 26.714 euro, quello del cittadino del sud 30.138, circa il 13% in più. Conclusione: il divario c’è ma a favore del sud”. Ah! Perché mai? Semplice, il tenore di vita lo definisce come somma del potere di acquisto: al nord è inferiore dell’11% dei consumi pubblici, al sud è inferiore del 29,6%, e fin qui… ma, abracadabra, attribuendo un valore al tempo libero, che al sud abbonda per disoccupazione e menate varie, ecco che la somma si ribalta. Al sud godono di ben 7mila euro l’anno in più a cranio di tempo libero. Più sei disoccupato più guadagni. E chi ci avrebbe mai pensato?

Per Ricolfi il tempo libero di un banchiere di Milano vale come quello di un disoccupato di Scampia. Ma non finisce qui, perché “Fatta 100 la spesa pro capite della P.A., in consumi pubblici il nord spende 90,8, il sud 102,6” quindi non esiste alcun sottofinanziamento del sud. “Ma in termini di output il nord offre ai suoi cittadini 111,5, il Sud solo 78,4”. Qual è la differenza tra spesa e output? Lo spreco di risorse che è quasi il 15% al nord, 2,8% in Lombardia, clap clap, e al sud, quasi il 50%, buu! Ma come è stato calcolato lo spreco? Con un coefficiente sigma calcolato da, e noto a: Ricolfi!

Il tempo passa, i bimbi crescono, le mamme imbiancano e ora i Conti Pubblici Territoriali, voluti da Carlo Azeglio Ciampi, forniscono dati e certezze e raccontano una storia completamente diversa da quella di Ricolfi. Negli ultimi dieci anni la spesa pubblica media per capoccia è stata di 18.967 euro al nord-ovest, 17.474 al nord-est, 20.365 al centro e solo 13.756 al sud e 15.310 nelle isole.

Tra queste spese ci sono anche quelle per le politiche sociali dove si spendono, per esempio, 6.557 euro in Lombardia e 4,515 in Campania. Sarà per questo che in Lombardia nel 2018 gli occupati del terzo settore erano 190.122? Per paragone il settore delle crociere ne ha 115mila.

Prima di commentare, prendete da Eurostat il Pil per regione, dai Cpt la spesa per le politiche sociali, metteteli su un foglio Excel e usate la funzione correlazione. Io ci metto tre minuti netti. L’indice di correlazione è -0,87, se poi prendete mano, la povertà correlata con la spesa sociale dà un indice di -0,83. Significa che in Italia più si è ricchi e più si ha diritto a politiche sociali. D’altro canto se a Scampia vivono alla grande, mentre a Via Brera muoiono di pizzichi, che pretendete? Ricolfi santo subito!

Ma i numeri sono numeri e quelli dei Cpt frenano ogni velleità di autonomia differenziata.

L’articolo 119 della Costituzione recita: “La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”. Peccato che farlo costi un botto, così al sud la perequazione se la sognano. E qui interviene Giorgetti, che di Costituzione ne capisce, e che, nella commissione Bicamerale sul federalismo fiscale del 30 aprile 2015, chiedeva di conoscere i numeri reali del costo del federalismo fiscale applicando la Costituzione: “I dati probabilmente sarebbero scioccanti, magari ce li fate avere in modo riservato o facciamo una seduta segreta come avviene in commissione antimafia” (da Fake sud. Perché i pregiudizi sui meridionali sono la vera palla al piede d’Italia, di Marco Esposito).

Ovviamente i deputati e senatori del sud, specie quelli del Pd e del M5S, insorsero… anzi no, perché gli onorevoli del sud erano tutti assenti. Anatema a voi!

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