Agli atti ci sono almeno un paio di faccia a faccia tra l'imprenditore Fiorenzo Zoccola e l'esponente del Partito democratico, che oggi ha ricevuto l'avviso di proroga delle indagini.
Concorso in corruzione. E’ l’ipotesi di reato contenuta nell’avviso di proroga indagini notificato stamane a Vincenzo De Luca. È un atto tecnico che da ufficialità a quanto già si intuiva da un’attenta lettura dell’ordinanza di custodia cautelare notificata al ras del coop di Salerno Fiorenzo Zoccola, e dei successivi verbali investigativi: anche il governatore Pd della Campania, ed ex sindaco di Salerno, è indagato nell’inchiesta sul ‘sistema Salerno’. Un granitico ed ultraventennale patto ‘appalti in cambio di voti’ tra l’amministrazione comunale e otto cooperative salernitane che avevano in Zoccola “il garante degli equilibri”, come egli stesso si è autodefinito in un interrogatorio fiume di quasi otto ore. Carte zeppe di intercettazioni tra politici locali vicini a De Luca e Zoccola e i suoi sodali, nelle quali il nome del governatore è ripetutamente evocato e cercato per risolvere le questioni di Salerno e in particolare dei bandi di gara per le coop ancora sospesi e da prorogare. Come se il sindaco fosse ancora lui.
Agli atti ci sono almeno un paio di incontri tra Zoccola e De Luca. Uno si è svolto il 16 febbraio 2020, una cena in un ristorante sul porto, organizzata dal leader delle coop e da un politico deluchiano, il presidente della commissione regionale bilancio Francesco Picarone, per mettere seduti allo stesso tavolo il governatore e i presidenti di tutte le coop salernitane. Un altro si è svolto durante la campagna elettorale delle regionali 2020: in quell’occasione Zoccola sostiene di aver ascoltato da De Luca indicazioni di voto da girare alle coop: 70% a Savastano e 30% a Picarone. Savastano è l’ex assessore comunale ai Servizi Sociali, è agli arresti domiciliari con accuse di corruzione in concorso con Zoccola: si sarebbe messo a disposizione in cambio dell’interessamento alle delibere favorevoli alle coop. Savastano, secondo la sintesi di un’intercettazione, era il candidato “sul quale De Luca aveva messo la faccia” e doveva fare una bella figura, mentre Picarone, ex assessore di una giunta comunale De Luca, e consigliere regionale uscente, in quanto tale era già abbastanza forte di suo per i cinque anni di lavoro svolto in Regione.
Sono poi stati eletti entrambi. Savastano in ‘Campania Libera’, la lista civica fondata da De Luca, e Picarone nella lista di Salerno del Pd. A dare per primo la notizia dell’indagine su De Luca è stato in tarda mattinata il conduttore di Non è l’Arena Massimo Giletti, con un video nel quale comunicava che due auto della Polizia di Stato si erano fermate recate presso la sede del Genio Civile di Salerno, e da una di queste vetture era sceso il capo della Mobile di Salerno, Marcello Castello, “per consegnare al governatore De Luca un avviso di garanzia”. Per la precisione, un avviso di proroga delle indagini, firmato dai pm della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli.