“Il green pass è uno strumento decisivo per il controllo epidemico perché rende più sicuri i luoghi in cui è utilizzato ed ha avuto un effetto incentivante per la campagna di vaccinazione. Quindi l’intenzione del governo è continuare ad utilizzare questo strumento decisivo e non sono all’ordine del giorno delle modifiche rispetto alla modalità di utilizzo”. Il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa a Palazzo Chigi ribadisce che le vaccinazioni e il certificato verde restano i pilastri dell’Italia nella lotta alla pandemia. “Nel quadro europeo i numeri dell’Italia si possono considerare tra i migliori, ma è evidente che allarme dell’Oms va considerato con la massima attenzione e ci richiede di insistere con la campagna di vaccinazione“, spiega il ministro, sottolineando come il nostro Paese sia ancora uno di quelli colorato in “giallo” nella mappa Ecdc, mentre sono altri gli Stati in “rosso scuro” per l’aumento esponenziale dei casi. Anche in Italia però i contagi aumentano e allora è cruciale “concentrare le energie sulla terza dose“, che in questo momento resta “fortemente raccomandata per tutti gli over 60 e le persone fragili che hanno completato da 6 mesi il ciclo vaccinale e poi a tutti coloro che hanno avuto una dose unica di J&J“.
“Queste sono le indicazioni al momento, dalla prossima settimana lavoreremo per allargare ad ulteriori fasce generazionali“, conclude Speranza sulla terza dose. “La terza dose è sicura e io stesso l’ho ricevuta senza problemi”, aggiunge il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. Che poi ribadisce: “Bisogna incrementare la vaccinazione in chi non l’ha fatta ed è importante sottoporsi alla terza dose come protezione” per fragili, anziani e personale medico. Locatelli si concentra anche sul vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, approvato dalla Fda americana “in una dose di un terzo di Pfizer”. “Ci sarà un’opportunità di protezione offerta anche a questa fascia di età, sia per proteggere i bambini da forme assai rare, sia proteggerli da forme di ‘long Covid’, sia per ridurre ulteriormente la circolazione virale”, rimarca il presidente del Consiglio superiore di sanità.
I vaccini agli under 12 – Il via libera dell’Ema, spiega sempre Locatelli, è atteso per fine dicembre. Poi, rispondendo a una domanda del Fatto Quotidiano sui dubbi sollevati da Michael Kurilla (il membro della Fda che si è astenuto sull’autorizzazione) e dai pediatri tedeschi, il presidente del Css aggiunge: “I pediatri americani e italiani, società scientifiche terze, hanno preso posizioni favorevoli a favore della vaccinazione per i bambini: c’è una quota piccola ma non irrilevante che, colpita dal virus, necessita di ricovero, talvolta in terapia intensiva, poche decine hanno perso la vita e alcuni non avevano patologie concomitanti. Lo studio ha confermato il profilo di sicurezza del vaccino e io credo che sia quasi improprio parlare di un rapporto benefici-rischi in una situazione in cui le miocarditi, dopo il vaccino, hanno solo formi lievi e reversibili mentre il rischio di svilupparle è molto più grave ed irreversibile dopo aver avuto il Covid. Poi c’è il beneficio di poter mantenere con maggiore probabilità una serie di strumenti formativi come la scuola: inutile che ci lamentiamo dei risultati dei test Invalsi se poi non garantiamo la presenza a scuola”.
“Per la vaccinazione anti-Covid nei bambini tra 5 e 11 anni lavoreremo anche sul piano comunicativo e c’è già una relazione con la Società italiana di pediatria ed i pediatri. Penso che la maggioranza raccoglierà questa sfida anche quando si arriverà ad altre fasce generazionali, fermo restando le approvazioni delle autorità competente”, commenta Speranza. Che poi aggiunge: “In questi mesi abbiamo riscontrato una grandissima attenzione da parte delle persone e le generazioni più giovani ci hanno dato una lezione straordinaria perché hanno capito che il vaccino è il vero strumento di libertà, tanto che nella fascia 20-29 anni l’adesione è stata maggiore rispetto alle altre fasce”.
La pandemia dei non vaccinati – Locatelli poi condivide le parole del ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, che nei giorni scorsi ha parlato di “pandemia dei non vaccinati”. Il coordinatore del Cts spiega che “ci troviamo in un momento in cui il rischio di sviluppare la patologia grave e fatale è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non lo è”. Ma sottolinea anche un altro aspetto: “Abbiamo il 9% in più dei vaccinati rispetto alla Germania, un successo della organizzazione e della sensibilità popolazione italiana”. Il generale e commissario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, ricorda che “siamo all’83,3% di vaccinati con ciclo completo, circa 45 milioni di cittadini. Coloro che hanno fatto almeno una dose sono oltre 46 millioni pari all’86% a cui possiamo sommare i 600 mila guariti: questo ci porta all’87,7% di persone che hanno una qualche copertura“.
Il picco di terze dosi – “Per il 2022 abbiamo già opzionato dosi tali per cui siamo i grado di effettuare la terza dose a tutti quelli che hanno completato qualsiasi tipo di ciclo vaccinale, quindi anche ad alte cifre. Di quelle dosi ce n’è una quota parte che sarà messa a disposizione dei Covax”, spiega Figliuolo. “Ieri abbiamo superato le 110mila terze dosi effettuate. Il picco quotidiano di terze dosi di vaccino somministrate che ci aspettiamo, lo avremo tra dicembre e febbraio. In molte regioni sono stati razionalizzati gli hub, ma questa è una scelta condivisa con noi: non avremo più i picchi della vecchia stagione, non arriveremo mai sopra le 350mila somministrazioni al giorno di picco massimo”, aggiunge Figliuolo.
Le misure – “A stamani sono stati scaricati 117 milioni di green pass, questo numero dà il senso di uno strumento che gli italiani hanno imparato ad utilizzare ed apprezzare“, dice ancora Speranza, ribadendo la volontà del governo di continuare con questo strumento. Sullo stato d’emergenza, invece, l’esecutivo “nelle giornate immediatamente precedenti alla scadenza. Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che i dati ci indicano una crescita della curva epidemica ma il governo valuterà poco prima della scadenza “. Sul resto delle misure anti-Covid, il ministro della Salute ricorda: “Le mascherine restano obbligatorie al chiuso ma vanno usate in tutti i casi in cui c’è un rischio di assembramento: è importante insistere sulle misure ed i comportamenti che, insieme alla campagna vaccinale, restano elementi fondamentali per gestire questa fase della pandemia”.