“Il segreto è stato correre noi dietro ai cittadini”. Quando gli si chiede come faccia il piccolo Molise a essere in cima alla classifica per copertura delle terza dose anti-Covid, il direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale (Asrem), Oreste Florenzano, non nasconde un certo orgoglio. Nega che c’entrino le piccole dimensioni del Molise, un sistema da gestire presumibilmente meno complesso che altrove: “Le risorse che abbiamo a disposizione – sostiene – sono proporzionali alla persone che dobbiamo vaccinare”. E allora ecco quello che ha funzionato: “Appena il ministero ha dato il via libera alla terza dose, noi siamo partiti con le somministrazioni. E stiamo operando a chiamata diretta, convochiamo noi i cittadini che hanno ricevuto la seconda dose da più di sei mesi”. A chi viene invitato negli hub vaccinali si aggiunge chi si prenota sulla piattaforma online. Un doppio canale che, secondo i dati dell’ultimo report della fondazione Gimbe, ha consentito al Molise di vaccinare con la dose booster già il 67,1% della platea cui è al momento destinata: over 60, operatori sanitari e sociosanitari, pazienti fragili e ospiti delle Rsa.
Del resto spingere sulle terze dosi con lo strumento delle chiamate dirette è proprio uno degli inviti alle regioni contenuti in una circolare diramata oggi dalla struttura commissariale del generale Figliuolo: “Ricorrere in modo sistematico – si legge nel documento – alla ‘chiamata attiva’, procedendo alla prenotazione dei soggetti interessati alla dose booster anche attraverso la rete della medicina del territorio, con il più ampio coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei farmacisti”. E che la proattività premi, in un panorama in cui le regioni vanno in ordine sparso, lo dimostra anche il secondo posto del Piemonte, dove la terza dose è stata somministrata al 48,3% della platea. Qui sono stati sinora convocati con un sms tutti gli appartenenti alle categorie interessate, ad eccezione della fascia di età 60-79 anni, alla quale però è stato consentito di accedere direttamente agli hub vaccinali senza prenotazione fino a fine ottobre. Ora che i numeri di chi ha raggiunto i 6 mesi dalla seconda dose si sono fatti più rilevanti, per 60-79enni è stata prevista la prenotazione attraverso la piattaforma online. Ma per chi non si prenoterà entro 15 giorni dallo scadere del sesto mese, scatterà la chiamata diretta. “Non tutti hanno chiaro il meccanismo della terza dose – dice a ilfattoquotidiano.it il governatore del Piemonte Alberto Cirio – per essere sicuri di non perdere qualcuno per strada, riteniamo necessario chiamare chi non si prenota”.
Convocazioni per chiamata diretta e possibilità di presentarsi per la terza dose senza prenotazione anche in Campania, che secondo i dati Gimbe ha vaccinato con la dose booster il 35,9% delle persone cui è destinata. Una percentuale di poco sotto a quella della Toscana (terza col 36,8%), dove le chiamate dirette sono state riservate solo alle persone trapiantate e immunocompromesse. Ma dove hanno giocato a favore una flessibilità di accesso alla terza dose maggiore che in altre regioni: gli over 80, per esempio, possono prenotarsi contattando il medico di famiglia, attraverso il portale online oppure in farmacia, ma possono anche andare negli hub e nei centri vaccinali senza alcuna prenotazione. Una possibilità che non viene data in altre regioni, come la Lombardia che con il 28,2% è all’ottavo posto, poco sopra la media nazionale (27,6%): qui, a parte gli immunocompromessi che vengono raggiunti da invito, si accede alla terza dose prenotandosi attraverso piattaforma online, call center o attraverso postamat e postino. Portale regionale e call center sono gli unici strumenti per prenotarsi in altre regioni, dove la terza dose non è ancora decollata. Come in Veneto: qui la dose booster è stata somministrata solo al 19,6% della platea. Meno di una persona su cinque.
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