L’impresa c’è tutta: superare uno dei calciatori più vincenti della storia del calcio italiano (all’epoca non ancora, ma tant’è) e poi decollare, finalmente. E invece no: 22 anni fa Fabio Junior segnava il suo ultimo gol in Italia, allungando il piedone a scavalcare il portiere della Reggina, Paolo Orlandoni. A novembre 1999, quando con Capello le cose sembravano finalmente andare per il meglio dopo mesi difficili in Italia: ma poi di nuovo il buio, prima del mesto addio.

Un acquisto di quelli fatti quando i presidenti erano tutti italiani e mostravano la loro italianità sfidandosi anche “a colpi di colpi”: col compianto Franco Sensi che dopo una serie di inconvenienti e affari sfumati andò a pescare in Brasile “il nuovo Ronaldo”. O almeno questo è quel che dicono di quel centravanti che ha 20 anni e inizia a fare qualche gol al Cruzeiro, in Brasile. Quei gol attirano l’attenzione della Roma: il presidente ambisce a giocare per il titolo, e cerca campioni, un attaccante per Zeman in particolare.

Zeman vorrebbe Shevchenko, ma gli occhi sono puntati anche su Darko Kovacevic, su Henry e Trezeguet del Monaco, Montella dalla Samp e soprattutto su un altro brasiliano, Christian, dell’Internacional: il presidente non vuol far passare gennaio senza prendere nessuno, soprattutto dopo che Cragnotti per dispetto gli ha soffiato Stankovic. Christian sfuma e allora si fionda su Fabio Junior. Lo chiamano l’Uragano Blu, per la maglia del Cruzeiro: 30 miliardi di lire, più 2 per prenderlo subito. E Sensi gongola “Fabio Junior? Ho preso uno meglio di Montella”.

Senza Youtube e le skills una città intera si interroga su quel giovane brasiliano, e addirittura il Corriere dello Sport distribuisce un vhs: 17 minuti con le “prodezze” di Fabio Junior più qualche racconto di contorno. Per la verità il contenuto della cassetta (che si può ancora facilmente trovare online) non pare granché azzeccato: tra “zappate”, azioni assolutamente non degne di nota e gol su rigore. Qualcuno ipotizza che la produzione e diffusione di quel vhs, in realtà, l’abbia sponsorizzata Cragnotti. Ironia capitolina. Intanto Fabio arriva e promette i gol, gli altri sprecano i paragoni: “Ronaldo? Fabio Junior è più forte di testa“, dicono.

Esordisce col Venezia, in una gara sfortunata della Roma, che cade sotto i colpi di Recoba e Maniero: Fabio Junior prende un palo. Segna nella successiva, contro la Sampdoria, poi inizia a divorare gol pazzeschi e a scivolare nelle gerarchie di Zeman che preferisce quasi sempre Del Vecchio, a volte Gautieri, altre addirittura Frau. Per il buon Fabio Junior la questione è pure climatica, assicura che con le belle giornate tornerà a sorridere anche lui. Ma non accadrà e per segnare dovrà aspettare l’ultima di campionato, un 4 a 1 al Vicenza senza storia.

La Roma allora cambia: arriva Capello, per la verità pure Montella e Nakata per il reparto offensivo, ma Sensi vuol tutelare l’investimento e Fabio Junior rimane. Non va granché, fin quando nel novembre 1999 segna due gol consecutivi: prima in Uefa col Goteborg, poi, appunto, contro la Reggina. Sembrerebbe la rinascita, i compagni (in particolare i brasiliani) lo festeggiano e anche Capello spende buone parole per lui: ma è un’illusione, torna al Curzeiro e poi inizia il suo pellegrinare. Tentando due volte ancora l’avventura europea: prima col Vitoria Guimaraes, poi col Bochum in Germania, sempre con magri risultati. Si stabilisce nell’America Mineiro per 4 anni, segnando 36 gol…e ottenendo qualche filmato su Youtube per incredibili gol sbagliati. Oggi è un sorridente commentatore tv: sarebbe bello sentirgli commentare quel vhs di tanti anni fa.

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