Nella notte tra venerdì e sabato gli investigatori della Squadra mobile di Torino hanno arrestato Luigi Oste, gravemente indiziato per l'omicidio del 52enne operatore della Croce Verde. Avrebbe visto in lui un rivale nelle attenzioni che rivolgeva alla sua ex fidanzata Patrizia, che Melis aveva appena riaccompagnato a casa nel momento in cui è stato freddato nella propria auto. Un frame di una telecamera conferma la presenza di Oste nella zona all'ora del delitto
La svolta nell’omicidio di Massimo Melis è arrivata a poche ore dal suo funerale. Nella notte tra venerdì e sabato gli investigatori della Squadra mobile di Torino, coordinati dal sostituto procuratore Chiara Canepa, hanno arrestato un uomo gravemente indiziato per l’omicidio del 52enne operatore della Croce Verde, ucciso il 31 ottobre a bordo della propria Fiat Punto dopo aver accompagnato a casa l’ex fidanzata Patrizia. Si tratta di Luigi Oste, 62 anni, originario di Piazza Armerina (Enna) ma residente nel capoluogo piemontese nel quartiere Barriera di Milano, lo stesso in cui si è consumato il “delitto di Halloween”. Secondo gli inquirenti è stato lui a sparare il colpo di pistola alla tempia sinistra che ha ucciso Melis. Oste è stato dapprima ascoltato come persona informata sui fatti, poi – dopo aver fornito risposte evasive – ha chiesto di essere assistito da un avvocato. Durante l’interrogatorio della notte si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per la convalida dell’arresto bisognerà attendere la decisione del gip, che arriverà nelle prossime ore.
Imprenditore edile, pregiudicato con condanne per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti, già arrestato nel giugno scorso per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, è stato rintracciato dagli investigatori grazie a un frame delle telecamere di videosorveglianza della zona. Non ci sono immagini del luogo dove Melis è stato freddato, ma la presenza del 62enne nei dintorni è stata registrata nell’orario dell’omicidio, intorno alle 21, come risulta anche dai tabulati e dalle celle telefoniche. La pista più seguita dalla Squadra mobile è quella che portava alle conoscenze di Patrizia: ultimamente, anche se solo come amici, lei e Melis avevano ripreso a frequentarsi. La sera dell’omicidio, la vittima, dopo aveva fatto la spesa insieme alla donna, l’aveva accompagnata a casa. Patrizia aveva poi ritrovato il cadavere dell’amico il giorno dopo, nello stesso posto in cui l’uomo aveva parcheggiato la Punto la sera prima.
A pochi metri dai palazzoni di via Gottardo, il killer – è la ricostruzione elaborata dagli investigatori – ha aperto la portiera dell’auto e, da distanza ravvicinata, ha premuto il grilletto di un revolver calibro 38, arma che non è stata ancora ritrovata. Poi, richiusa la portiera, si è allontanato. Fin da subito Patrizia aveva raccontato agli investigatori di un cliente del bar del papà Alessandro, dove lei lavora, che da quest’estate le faceva la corte, scambiando le sue cortesie per un interessamento. La cercava, l’aveva invitata ad uscire e le rivolgeva attenzioni che lei, in maniera gentile, aveva respinto. Ma Oste avrebbe visto in Melis, che conosceva, un rivale. I funerali del 52enne si sono svolti sabato mattina in centro, nel convento di Sant’Antonio da Padova in cui da bambino serviva la messa come chierichetto. Un “piccolo grande uomo innamorato della sua famiglia, un vero operatore di pace, altruista e generoso”, lo hanno ricordato i suoi colleghi.