Tanti i suoi recuperi considerati impossibili. Una volta ha ritrovato persino un daino che si era staccato dal gruppo, al confine con la Svizzera, "ma questo è un caso stranissimo. Un mistero della Brianza”. La ricerca prosegue e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza ha appena rivolto un appello a tutti coloro che dovessero avvistarlo: “Segnalate subito. Non avvicinatelo e tenete i vostri animali al guinzaglio per non spaventarlo”
“Tutti gli animali del parco si sono fatti riconoscere, nel buio della sera autunnale. Tranne il cervo”. A dirlo è Said Beid, il detective di animali scomparsi più gettonato d’Italia, che ha passato diverse ore nel Parco di Monza alla ricerca del cervo avvistato e filmato il 2 novembre da una telecamera interna. Nonostante il suo equipaggiamento tecnologico, compreso il visore termico utilizzato in vari punti dell’immensa area verde, il cervo non si è visto. Solo donnole, lepri, volpi, scoiattoli fuggitivi e veloci. Ma anche topi e pipistrelli, i veri protagonisti della notte. Non è una fiaba. E nemmeno un fake. Da qualche giorno un grande cervo vaga nel parco. Il video postato da MonzaToday non lascia adito a dubbi. Riprende un cervo che corre lungo un corridoio erboso vicino a una recinzione. Sembra spaventato. Il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza ha appena rivolto un appello a tutti coloro che dovessero avvistarlo: “Segnalate subito. Non avvicinatelo e tenete i vostri animali al guinzaglio per non spaventarlo”. Le operazioni di ricerca, condotte con il supporto operativo della polizia provinciale di Monza e Brianza e dell’ATS monzese, sono in corso. II Consorzio ha già chiesto e ottenuto l’autorizzazione all’intervento da parte del Parco Regionale della Valle del Lambro.
Anche a Said Beid, che vive nelle vicinanze e ha il permesso di entrare nell’area per seguire le colonie di gatti da sterilizzare, è stato chiesto di segnalarne l’eventuale avvistamento. Il pet detective nato a Casablanca, ormai italiano da anni, sta monitorando un gatto nuovo arrivato. Perciò, grazie alla sua capacità di comunicare con gli animali e alla sua dotazione tecnica, ha offerto il suo aiuto volontariamente dal 5 novembre. “Non mi spiego come possa essere arrivato sin qui un cervo – puntualizza – il Parco è racchiuso da una recinzione in muratura e tutti gli ingressi sono serrati quando si fa sera. Tranne uno. Ma porta a un ristorante e bisogna attraversare un centro abitato per arrivarci”. “Forse è entrato dall’ingresso San Giorgio, che confina con i campi, prima dell’ora di chiusura”, aggiunge.
Per la sua esperienza, questa storia è stranissima. Mai successo. “E’ piovuto dal cielo?”. Quando compie le sue ricerche il detective si affida a videocamere e visori termici che permettono di vedere al buio a distanza di un chilometro. Così avvista l’animale, che di solito esce in cerca di cibo, e ne progetta il recupero in totale sicurezza. Le sue competenze in merito alla psicologia degli animali e l’esperienza di recupero di un migliaio di animali fino a oggi sono un bagaglio importante. Non solo domestici. Anche selvatici.
“Con un cervo, a dire la verità, non ho mai avuto a che fare – ammette – Solo con cerbiatti. E me li sono conquistati al punto che una femmina del branco mi dava i bacini”. Il video, secondo Said Beid, è attendibile. E’ partito da ciò che si vede nel filmato, infatti, per circoscrivere alcune aeree del Parco, quelle che sembravano assomigliare di più alla zona immortalata dalla telecamera. Ma niente. “L’area del Parco è immensa – racconta – Non è facile capire dove cercare un cervo smarrito. Di giorno si nasconde fra i cespugli e di notte esce a pascolare. E’ un animale che pesa oltre una tonnellata. Bisogna fare attenzione”.
Tanti i suoi recuperi considerati impossibili. Una volta ha ritrovato persino un daino che si era staccato dal gruppo, al confine con la Svizzera, “ma questo è un caso stranissimo. Un mistero della Brianza”. La ricerca prosegue. Lui vive in zona e conosce il Parco di Monza come le sue tasche. E’ un fantino esperto. Ha recuperato anche cavalli imbizzarriti. Ma un cervo proprio non gli era mai capitato e, soprattutto, non si spiega da dove possa essere arrivato. La speranza è ritrovarlo sano e salvo presto. Ma non a primavera, come recita la canzone di Riccardo Cocciante. Potrebbe essere tardi.