Nel mirino le nuove Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da Sars-Cov-2 in ambito scolastico secondo le quali se l’Asl non può intervenire, è il dirigente scolastico a dover individuare i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e a prescrivere le misure necessarie
“Non siamo medici. Ognuno deve fare il proprio lavoro: noi facciamo i presidi e non possiamo assumerci le responsabilità delle Asl solo perché queste sono in difficoltà a causa della mancanza d’organico”.
Ad alzare la voce contro il ministero della Salute e dell’Istruzione sono i dirigenti scolastici di tutt’Italia. A mandarli su tutte le furie sono le nuove “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da Sars-Cov-2 in ambito scolastico”.
Nel documento si prescrive che, se l’Asl non può intervenire, è il dirigente scolastico insieme al referente Covid a dover individuare i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e a prescrivere le misure necessarie.
Il nuovo protocollo elaborato dall’Istituto superiore della Sanità, dai dicasteri presieduti dai ministri Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, accompagnato da una lettera firmata dal direttore generale della prevenzione, Giovanni Rezza e dal capo dipartimento del Mi, Jacopo Greco, nelle prossime ore arriverà sulle scrivanie dei presidi.
Una novità scaturita – a detta dei capi d’istituto – dall’incapacità delle Asl di intervenire all’immediata segnalazione di un caso positivo.
A lanciare un grido d’allarme è Amanda Ferrario, preside dell’istituto Tosi di Busto Arsizio: “Abbiamo preso una laurea in medicina senza saperlo. È chiaro che sono una donna dello Stato e rispetterò la Legge ma ci vengono attribuite competenze che non abbiamo solo per supplire la carenza delle Asl. Noi dirigenti, durante questa pandemia siamo stati reperibili 24 ore su 24. Le Asl rispondono solo in alcuni orari oppure sono contattabili via posta elettronica con risposte che arrivano dopo giorni. Se c’è un’emergenza sanitaria dobbiamo tutti comportarci allo stesso modo”.
Secondo Ferrario il problema è che ai tavoli decisionali manca una rappresentanza del mondo della scuola e chi decide “non sa di cosa sta parlando”. Un altro problema è quello che solleva Ludovico Arte, dirigente del Marco Polo di Firenze: “In questi mesi le regole sono cambiate spesso e le Asl si sono comportate in maniera differente anche di fronte a casi uguali. Non possiamo, noi presidi, fare valutazioni che non ci competono. Ciascuno deve fare il suo lavoro: il mio non è quello di trovare i contatti stretti dei positivi”.
Per i dirigenti esiste un altro problema: in caso di due positivi, vanno adottate misure diverse a seconda che l’alunno sia vaccinato o meno ma i capi d’istituto non possono avere queste informazioni.
Una preoccupazione condivisa da Laura Biancato, dell’Einaudi di Bassano del Grappa: “Non siamo un presidio sanitario, non ci possono essere attribuite funzioni che non sono nostre inoltre non possiamo conoscere i dati di vaccinazione. Mi sembra che vi sia una confusione dei ruoli che non è ammissibile in questa fase”.
In linea con i colleghi Vania Lato, del comprensivo Vico De Carolis di Taranto: “Stavolta ci dobbiamo ribellare. Siamo stati estremamente flessibili fin dall’inizio della pandemia ma non possono chiedere qualsiasi cosa alla scuola”.
A preoccupare tutti i dirigenti sono le parole scritte nel protocollo: “Sebbene la valutazione dello stato di contatto di caso Covid sia di competenza del dipartimento di prevenzione e le relative azioni debbano essere intraprese dopo attenta valutazione dell’eventuale esposizione, le procedure di gestione dei contatti a livello scolastico dovrebbero essere semplificate attraverso un sistema che preveda una serie di automatismi, nel rispetto della normativa vigente della privacy, gestibili sin dalle prime fasi direttamente dal dirigente scolastico e dal referente scolastico Covid, in stretta collaborazione con il dipartimento”.
Disposizioni che secondo il numero uno dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, potrebbero essere modificate nelle prossime ore: “Bisogna attendere che esca la circolare esplicativa. Ci aspettiamo che non ci siano competenze para sanitarie attribuite ai dirigenti”.
Un auspicio che trova conferma nella Flc Cgil Toscana che ha rassicurato i presidi: “Il ministero ci ha dato ampia rassicurazione sui contenuti della circolare di accompagnamento della nota tecnica che chiarirà i limiti della collaborazione richiesta alle scuole e indicherà con chiarezza la responsabilità dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl. Pertanto i dirigenti si limiteranno a comunicare solo l’insorgere dei casi di contagio, mentre le disposizioni sulle quarantene saranno gestite totalmente dalle autorità sanitarie. Siamo in attesa dell’imminente pubblicazione della circolare, ora al vaglio del ministero della Salute”.