Rispettosi e poco invasivi, ma soprattutto annunciati con largo anticipo: ecco i nuovi controlli alle imprese secondo il governo Draghi. Lo ha spiegato Renato Brunetta: illustrando l’apposita delega contenuta nel ddl sulla concorrenza, il ministro della Funzione pubblica ha chiarito che “prima di ogni controllo ci sarà una telefonata per programmarlo, specificarne la natura, individuarne i contenuti e i documenti necessari, i giorni in cui arriverà, le risorse umane di cui avrà bisogno. Non ci saranno divise o mitragliette in vista”. Insomma, addio alle verifiche fiscali a sorpresa, vero spauracchio degli imprenditori disonesti: d’ora in poi la parola d’ordine, dice il ministro, sarà “rispetto reciproco“, ma anche “civiltà, gentilezza e cortesia“. Brunetta ha esposto il proprio manifesto intevervenendo a Roma alla tavola rotonda “Procurement pubblico del digitale per la trasformazione del Paese”, promossa da Anitec-Assinform, la branca di Confindustria che raccoglie le imprese del comparto tecnologie per l’informazione. La base normativa per realizzarlo è l’articolo 24 del ddl varato mercoledì dal Consiglio dei ministri, “Delega in materia di semplificazione dei controlli sulle attività economiche”.
Vi si legge che “al fine di assicurare la semplificazione degli adempimenti e delle attività di controllo, nonché di favorire la ripresa e il rilancio“, il governo può adottare entro diciotto mesi decreti delegati “volti a semplificare, rendere più efficaci ed efficienti e coordinare” i controlli pubblici alle imprese. Tra i criteri da rispettare, al punto c) si cita il “coordinamento e programmazione dei controlli da parte delle amministrazioni per evitare duplicazioni e sovrapposizioni dei controlli e ritardi al normale esercizio delle attività dell’impresa, assicurando l’efficace tutela dell’interesse pubblico“. Al punto d), invece, la “programmazione dei controlli secondo i principi di efficacia, efficienza e proporzionalità, tenendo conto delle informazioni in possesso delle amministrazioni competenti, definendo contenuti, modalità e frequenza dei controlli anche sulla base dell’esito delle verifiche e delle ispezioni pregresse“. In base a questi principi, d’ora in avanti alle pubbliche amministrazioni dovrebbe essere vietato di richiedere la produzione di documenti e informazioni già in loro possesso.