La più alta carica dello Stato come "forma di risarcimento" per Silvio Berlusconi, "un perseguitato a vita" dalla magistratura che vuole interferire "nella vita democratica del Paese". Parole del direttore del Riformista intervistato dal Giornale di Augusto Minzolini: "Ci vuole un presidente del Csm, quindi un presidente della Repubblica, che non si lasci condizionare dalle toghe. Questo disastro deve finire. I grandi elettori mandino Silvio al Colle"
Non bastava immaginarla come un albergo a ore per tenere il posto a Draghi, o peggio come una “stanza dei bottoni” da cui governare di fatto il Paese. Ora la presidenza della Repubblica si vuol far diventare “una forma di risarcimento” per Silvio Berlusconi, “un perseguitato a vita” dalla magistratura che vuole interferire “nella vita democratica del Paese”. Parole di Piero Sansonetti, il direttore del Riformista intervistato dal Giornale di Augusto Minzolini sulle ultime vicende della cronaca giudiziaria: a partire dalla sorprendente decisione del Tribunale di Milano di giudicare inutilizzabili le dichiarazioni rese nei dibattimenti Ruby uno e Ruby bis da 18 ragazze ora imputate per falsa testimonianza nel Ruby ter. “Sarà pure un fatto tecnico”, concede Sansonetti, “ma la ricadute politiche mi paiono clamorose”. Di più: “Arrivo a dire che c’è un pezzo di storia italiana che forse dev’essere riscritto”, perché Berlusconi – è la singolare tesi – “è stato processato non una ma due volte per gli stessi fatti“.
Insomma, “qualcosa non funziona e anzi inquieta“, e questo, per il giornalista, vale anche nel caso Open, in cui “la procura di Firenze sta cercando di stabilire i confini della politica e vuole delimitare il perimetro dei partiti. Non possono essere i pubblici ministeri a stabilire se un’associazione sia un partito o no”, con buona pace delle norme sul finanziamento illecito. “Attenzione”, ammonisce Sansonetti, “questa persecuzione non riguarda solo i leader politici, ma la gente comune che però non ha i mezzi e le risorse per difendersi come ha fatto il Cavaliere”. Quale soluzione, dunque? “Ci vuole un presidente del Csm, quindi un presidente della Repubblica, che non si lasci condizionare dalle toghe. Questo disastro deve finire“. La soluzione è a portata di mano: “I grandi elettori mandino Berlusconi al Colle. Una forma di risarcimento per lui e per quello che ha patito il Paese“. E un incubo per tutti gli altri.