Cronaca

Covid, contagi e ricoveri in aumento a Nord Est. Fedriga (Friuli Venezia Giulia): “Se continuiamo così presto saremo zona gialla”

Il presidente della regione contro i no green pass: "Ci sono responsabilità. Inaccettabili i comportamenti che fanno aumentare il contagio: questo è inaccettabile". Situazione in via di deterioramento anche a Udine. Giovanni Sebastiani, fisico e matematico del Cnr, in Italia: "Si nota un’inversione di tendenza, passando da frenata della crescita ad accelerazione della crescita. Le regioni dove l’incidenza la settimana scorsa è aumentata almeno del 30% sono tutte nel nord-est. Oltre agli assembramenti di massa, pesano i flussi in entrata attraverso la frontiera con la Slovenia"

“Se continuiamo così saremo in poco tempo in zona gialla“. La cosiddetta pandemia dei non vaccinati, che ha già colpito la Germania e l’Est Europa, è arrivata anche nel Nord est italiano. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza Regioni, non nasconde la preoccupazione. Accompagnata da irritazione nei confronti di chi, a Trieste e non solo, manifesta contro il green pass senza rispettare le misure anti contagio e contribuisce così a diffondere il virus in una provincia che ha meno vaccinati rispetto alla media nazionale. “Ci sono delle responsabilità“, ricorda. “Non vogliamo vietare il diritto di dire la propria opinione, ma questo deve avvenire all’interno delle regole. E le regole sono anche quelle di evitare comportamenti che facciano, com’è successo purtroppo ed è continuato a succedere, aumentare il contagio: questo è inaccettabile. Pochi non possono limitare la libertà di tutti”. La situazione è in via di deterioramento anche in Friuli, a Udine: “Se la diffusione della pandemia non rallenterà saremo costretti a ridurre le attività dell’azienda sanitaria in altri servizi”, ha spiegato il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Denis Caporale. “Gestire più di 100 casi al giorno diventerebbe un lavoro immane per il dipartimento di Prevenzione, così dovremmo impiegare su versante Covid risorse che potrebbero essere utilizzate in altri servizi”.

Stando alle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, fisico e matematico dell’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone del Cnr, “negli ultimi giorni in Italia si nota un’inversione di tendenza sia a livello della percentuale di positivi ai test molecolari che dei positivi totali, passando da frenata della crescita ad accelerazione della crescita”. E le regioni dove l’incidenza nella settimana scorsa “è aumentata almeno del 30% rispetto a quella precedente, a parte la Sardegna, dove però i valori sono bassi, sono tutte nel nord-est: Friuli Venezia Giulia, Veneto, le due province autonome di Trento e Bolzano e le Marche. Anche le tre situazioni peggiori per le ospedalizzazioni sono Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Bolzano e Marche. Questo è evidenza che, oltre ad altri fattori, come gli assembramenti di massa, rilevante è anche quello dei flussi in entrata attraverso la frontiera con la Slovenia“.

Più in generale, secondo Sebastiani la risalita delle curve è da collegarsi alla situazione di alcuni Paesi dell’Europa orientale nei quali la percentuale di vaccinati nella popolazione è molto bassa. “L’inversione di tendenza da frenata della crescita ad accelerazione della crescita osservata recentemente in alcuni Stati europei, come ad esempio Slovenia e Ucraina, è confermata negli ultimi giorni in questi Stati ed è rilevata anche in numerosi altri Paesi, come Austria, Bielorussia, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Turchia”. La crescita sta accelerando anche in Francia e in Macedonia, mentre continua a frenare in Russia e la Serbia oscilla su valori alti. L’incidenza ha invece raggiunto un picco e ora è in fase di decrescita in Croazia, Lettonia, Romania, Slovacchia e Moldavia (in quest’ultima si registra però una frenata). Al primo posto per incidenza in Europa c’è la Serbia con 455 casi ogni 100.000 abitanti. Seguono Lituania (433), Montenegro (415), Austria (400), Grecia (395), Estonia (389), Regno Unito e Irlanda (387), Olanda (384), Ucraina (368), Repubblica Ceca (352), Lettonia (342), Slovacchia (332), Bulgaria (329), Slovenia (319), Romania (317), Turchia (234), Germania (225), Moldavia (208), Croazia (201).

A questo punto, per Fedriga la zona gialla è quasi un’ipotesi desiderabile, perché “in zona bianca le Regioni non possono emettere misure maggiormente restrittive, ma nel caso della zona gialla la Regione interverrà per andare a limitare situazioni pericolose per l’aumento di contagi”. A Trieste, diventata suo malgrado città simbolo delle manifestazioni contro il green pass e citata pure dal New York Times come esempio da non seguire, sta intanto incassando sempre più consensi l’appello lanciato sul web da Mitja Gialuz e Tiziana Benussi, per ribadire che “Trieste è una delle capitali della scienza e della scienza si fida”. La petizione su Change.org sta per raggiungere le 61mila firme. Hanno firmato docenti universitari, parlamentari, lo stesso governatore Fedriga e il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. “Da cittadini e giuristi – ha spiegato Gialuz – non potevamo lasciare che passasse il messaggio di Trieste paragonata a capitale no-vax. La nostra città è altro, non solo le manifestazioni di una minoranza rumorosa. Non ci aspettavamo di raggiungere un risultato simile in una settimana. Un triestino su tre ha aderito al nostro appello“. Sempre sul web intanto si stanno moltiplicando le iniziative simili, dalla Sardegna al Piemonte.

A Udine l’aumento dei casi non è ancora fuori controllo ma “siamo sulla linea di galleggiamento e se peggiora saremo costretti a chiudere qualcosa”, ha detto il direttore medico dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, Luca Lattuada. “Dirigo anche l’istituto di medicina fisica e riabilitazione Gervasutta e venerdì scorso la struttura ha dovuto trasferire un reparto riducendo i posti letto per permettere l’apertura di una Rsa Covid in grado di accogliere pazienti dal Santa Maria della Misericordia: ciò ha comportato l’impossibilità di accogliere pazienti per la riabilitazione. Sabato il Gervasutta non è stato in grado di accogliere un paziente che avrebbe liberato un posto in un reparto chirurgico dell’ospedale di Udine”.