Dal bonus vista per comprare nuovi occhiali alle risorse destinate all’alluvione in Sardegna del novembre 2020. Senza dimenticare l’incremento dei trasferimenti all’Istituto superiore di Sanità e al potenziamento dell’organico delle forze di Polizia. Sono più di cinquanta le misure inattuate che tengono in ostaggio centinaia di milioni di euro dell’ultima manovra, quella firmata dal Conte II. Fondi impantanati nella burocrazia ministeriale. Il motivo pratico? Non sono stati emanati decreti attuativi e regolamenti vari, quei testi che nei fatti rendono esecutiva una specifica legge. Da cui, molte volte, dipende l’effettiva destinazione di risorse preziose.
Per una legge di Bilancio che sta approdando già in ritardo in Parlamento, ce n’è dunque un’altra che attende di essere pienamente realizzata: all’appello, secondo il sito ufficiale della Presidenza del Consiglio, mancano tuttora 54 decreti, più di un terzo di quelli da predisporre. Il pacchetto iniziale era infatti di 143 decreti. E dire che il governo dei migliori aveva promesso una decisa accelerazione sulla questione. Il dossier è stato affidato al sottosegretario Roberto Garofoli, dietro l’ordine del presidente del Consiglio in persona, Mario Draghi, che aveva esplicitamente chiesto di “accelerare sui decreti attuativi”.
Eppure, incagliate nei ministeri, ci sono risorse preziose. Il governo Conte II aveva infatti stanziato, “a seguito degli eccezionali eventi meteorologici del 28 novembre 2020 che hanno colpito il territorio della regione Sardegna”, cinque milioni di “contributi in favore dei soggetti pubblici e privati e delle attività economiche e produttive danneggiati”. Una boccata d’ossigeno per il tessuto produttivo sardo che non è mai arrivata, perché il ministero dell’Economia e delle finanze non ha pubblicato l’apposita documentazione, nonostante avesse il termine di trenta giorni per l’emanazione. In attesa di sblocco ci sono poi 145 milioni di euro per i Giochi olimpici invernali di Cortina e Milano. I soldi, spalmati su tre anni, sono necessari alla “realizzazione delle opere connesse agli impianti sportivi delle Olimpiadi invernali 2026 nei territori della regione Lombardia, della regione Veneto e delle province autonome di Trento e di Bolzano”. Il decreto della ministra delle Sport, Valentina Vezzali, dovrebbe individuare, in accordo con gli enti locali, “gli interventi da finanziare, con l’indicazione per ciascuno di essi del soggetto attuatore e dell’entità del finanziamento concesso”. Il ritardo accumulato sulla tabella di marcia inizia a essere significativo.
Il settore aeroportuale, duramente colpito dalla crisi provocata dalla pandemia, era invece beneficiario di 500 milioni di euro di “trattamenti di integrazione salariale in deroga presente richiesti dalle imprese”. Il ministero delle Infrastrutture, oggi ribattezzato Mims dal titolare Enrico Giovannini, avrebbe dovuto emanare il provvedimento entro il 31 gennaio. Certo, di mezzo c’è stata la caduta del governo, ma dopo il tempo non è mancato. Altri 15 milioni per il triennio 2021-2023, poi, sono attesi dagli imprenditori del settore tessile nel distretto di Biella: i fondi erano stati pensati come un sostegno alle difficoltà causate dalla diffusione del coronavirus. Nel frattempo la vita è tornata quasi alla normalità, la produzione anche, almeno per chi ha resistito. Ma quei ristori sono custoditi nel cassetto del Mef. Con buona pace della norma che prescriveva l’emanazione del decreto entro due mesi.
Sono fermi, inoltre, i 20 milioni di euro per l’erogazione del contributo per l’acquisto di auto elettriche. L’incentivo era desinato solo a soggetti con Isee inferiore a 30mila euro. Bisogna aspettare il provvedimento firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Direttamente da Palazzo Chigi, invece, si attende l’emanazione del decreto per sbloccare i 10 milioni previsti per l’assunzione di “personale da destinare alla gestione dei procedimenti per il riconoscimento dei benefici riguardanti l’efficienza energetica”, il ben noto Superbonus 110.
Molto corposo anche il capitolo della Salute. La scorsa manovra aveva previsto un aumento delle risorse dell’Istituto superiore della Sanità (Iss), guidato da Silvio Brusaferro, visto il super lavoro provocato dalla pandemia. Per il 2021 erano stati stanziati oltre 11 milioni, a cui si devono aggiungere altri 15 per il prossimo anno e ulteriori 19 milioni per il 2023. All’Iss attendono fiduciosi, auspicando che i fondi arrivino prima della fine della pandemia. Al palo risulta poi il decreto che deve indicare “criteri e modalità di utilizzo del Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico”. In ballo ci sono 50 milioni. Per non farsi mancare niente, anche il Fondo per la tutela della vista, che avrebbe a disposizione 5 milioni, resta lettera morta. Si tratta del voucher, una tantum, di importo pari a 50 euro “per l’acquisto di occhiali da vista o di lenti a contatto” riservato alle famiglie meno abbienti, quelle con Isee inferiore ai 10mila euro. E, dulcis in fundo, si attendono ancora news “sull’assunzione straordinaria di un contingente massimo di 4.535 unità delle Forze di polizia”. Per il 2021 erano a disposizione oltre 3 milioni, ma fortunatamente il fondo arriva fino al 2036. Per quell’anno, si spera, il Mef avrà emanato il decreto.