L'opera, osteggiata dalle comunità locali, è inserita nell'elenco degli interventi ferroviari funzionali alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, anche se i tempi saranno certamente più lunghi. I costi? "Sarà un altro Mose". E anche dal Comune di Venezia emerge una certa diffidenza. L'accusa degli ambientalisti: "Progettato senza aver fatto alcuna indagine preliminare geognostica e geotecnica"
Un appalto da 475 milioni di euro per collegare l’Aeroporto Marco Polo alla linea ferroviaria che conduce a Mestre e Venezia. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), approvando definitivamente il collegamento, ha precisato che “l’opera è inserita nell’elenco degli interventi ferroviari funzionali alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, consentendo una connessione sia di alta velocità che di trasporto pubblico locale”. Peccato che l’opera, contestatissima da ambientalisti e comunità locali, non sarà mai pronta per febbraio 2026 e comunque non servirebbe per raggiungere Cortina in treno.
Gli abitanti di Tessera e Dese, due centri che saranno attraversati dalla ferrovia, affermano causticamente, per bocca di Cesare Rossi, portavoce del Comitato Criaave per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Venezia: “La bretella non porterà alcun beneficio alle Olimpiadi, basta leggersi gli orari dei treni per capirlo. Un americano che atterra al Marco Polo e vuole andare a Cortina in vacanza, con o senza bretella, deve farsi sempre 4 ore di viaggio dalla stazione di Mestre e poi, arrivato a Calalzo, altre ore in bus. Anche dal 2026 sarà così perché non c’è la tratta in treno da Calalzo a Cortina, e lo stesso governatore Zaia ha detto che sarà pronta nel 2036. È ben strana questa insistenza sul collegamento con le Olimpiadi”.
Ormai a Nordest molte opere pubbliche vengono evocate sotto l’ombrello olimpico. Rossi aggiunge: “I 3 chilometri e mezzo di galleria, sugli 8 totali della bretella, verranno scavati ad appena 200 metri di distanza dal bordo della laguna di Venezia mettendo a rischio l’equilibrio idrogeologico in un ambiente morfologicamente fragile e in un sito Unesco. Inoltre, si scaverà a 15 metri di profondità, con palancole piantate fino a 35 metri, ad appena 15 metri dalle fondamenta di una trentina di case di Tessera”.
Di sicuro il collegamento servirà al terzo scalo aereo italiano ed è stato fortissimamente voluto da Enrico Marchi, presidente di Save, la società di gestione. Applaude Luca Zaia, governatore del Veneto: “E’ uno dei primi figli del grande appuntamento delle Olimpiadi di Cortina”. L’iter è stato complesso anche perchè a luglio il ministero dei Beni culturali aveva sollevato il problema della compatibilità ambientale dell’opera, visto che è a ridosso della gronda lagunare e interessa l’insediamento tutelato di Ca’ Litomarino, con architetture rurali di fine Ottocento, dove è previsto l’abbattimento di alcuni edifici. Rimane l’interrogativo sull’alta velocità, i cui effetti si vedranno nei lavori per realizzare la stazione interrata, che secondo gli ambientalisti sarà un vero scempio.
Qualche perplessità è arrivata, a sorpresa dal Comune di Venezia. “Non farò l’assessore scendiletto non foss’altro perché anch’io vivo, assieme a decine di altre famiglie, nella zona attraversata dalla futura bretella ferroviaria, e questa mega opera pubblica non potrà passare inosservata” ha dichiarato ai giornali locali Renato Boraso, assessore alla Mobilità nella giunta di Luigi Brugnaro.
Il fronte delle associazioni è ancora più agguerrito. Il Criaave: “E’ un’opera faraonica e sovradimensionata: per collegare l’aeroporto con la città basta un tracciato lineare con un treno navetta, che costa metà dei 500 milioni preventivati, se basteranno”. L’architetto Giorgio Leandro, del movimento “Tutta la città insieme”: “Il primo progetto RFI a raso, cioè 6 chilometri in superficie con stazione di testa a due binari, statale e approvato dal CIPE, era finanziato con 309 milioni di euro. Questo prevede 8 chilometri, di cui 3,4 in galleria a 12 metri di profondità, è privato, ma fatto fare da RFI che è statale. Ha un ‘cappio’ e una stazione passante sotterranea di 10.000 metri quadrati, costruita su palafitte, con due dighe sotterranee verso laguna, 35 metri sotto il piano campagna. Ci saranno bacini di raccolta delle acque di infiltrazione e idrovore in azione permanente, il tutto progettato senza aver fatto alcuna indagine preliminare geognostica e geotecnica. Dovrebbe costare 475 milioni, cioè solo 166 milioni in più! Ma chi ci crede?”. Il professionista azzarda: “Sarà un altro Mose. Ammesso che tutto possa essere fatto in tempo e bene è facilmente ipotizzabile che il costo, con varianti, opere complementari e revisioni, supererà allegramente il miliardo di euro”. Dulcis in fundo, Gabriele Scaramuzza, segretario regionale di Articolo Uno: “Già è chiaro che non sarà mai pronta per le Olimpiadi 2026 e che, nonostante ciò, ci si è affannati a inserire in quel programma infrastrutturale, procedendo per forzature e senza il benché ascolto con la cittadinanza”. Già annunciati ricorsi al Tar.