Due imprenditori e un agente della polizia penitenziaria in servizio al Dap sono stati posti questa mattina agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truccato gli appalti per l’acquisto di strumentazioni di controllo in dotazione agli agenti. L’ordinanza è stata eseguita dai militari del Nucleo Speciale Anticorruzione su delega della Procura di Roma dopo che dalle indagini è emerso un collaudato sistema di tangenti. Grazie alle intercettazioni telefoniche e alle acquisizioni documentali, gli inquirenti hanno ricostruito infatti un grave quadro indiziario relativo ad accordi collusivi tramite i quali alcuni contratti pubblici sarebbero stati affidati a imprenditori compiacenti.
In particolare, le indagini hanno attestato irregolarità nella gestione e aggiudicazione di alcune procedure di gara bandite dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per l’acquisto di apparecchiature per la rilevazione di telefoni cellulari e relativi codici Imsi e Imei da fornire in dotazione alla polizia penitenziaria. Le imprese affidatarie avrebbero goduto, ai fini dell’aggiudicazione e dietro la corresponsione di cospicue somme di denaro, dell’appoggio di un agente appartenente alla polizia penitenziaria in servizio al Dap.