Cronaca

Covid: sono 1.656 i medici e circa 4mila gli infermieri sospesi dal lavoro perché non vaccinati

I dati di Fnomceo e Fnopi sugli operatori sanitari. Aumentano in valore assoluto i medici vaccinati dopo essere stati sospesi: sono stati, sinora, 522 su 2.178

Sono ancora 1.656 i medici e odontoiatri iscritti all’Ordine sospesi per non aver compiuto il ciclo vaccinale. “La sospensione si è dimostrata efficace per indurre alla vaccinazione i medici che non ancora non l’avevano fatto” – spiega Flippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) – “per questo è importante che non si interrompa il flusso, e che tutte le Asl comunichino al più presto agli Ordini i nominativi dei medici non ancora vaccinati“. Infatti aumentano in valore assoluto i medici vaccinati dopo essere stati sospesi: sono stati, sinora, 522 su 2.178: quasi uno su quattro. Infatti sono due in più rispetto alla settimana scorsa (78 su 106) gli Ordini che hanno notificato almeno una sospensione.

Il presidente della Fnomceo sottolinea che il vaccino per un medico ha la doppia valenza di abbattere la catena del contagio e di valore deontologico, motivo per cui “vaccinarsi per un medico non è solo un diritto ma un dovere, per proteggere i suoi assistiti e i più fragili”. Anche perché, continua Anelli, il medico deve anche informare e togliere ogni dubbio ai cittadini, soprattutto in vista della terza dose. I numeri raggiunti infatti sono importanti: l’83,67 % degli over 12 ha completato il ciclo vaccinale, e il 37,43% degli aventi diritto ha ricevuto la dose di richiamo. “Tutti i cittadini hanno diritto a scegliere consapevolmente, con l’aiuto del medico. Il vaccino salva la vita e il medico ha il dovere di mettere a disposizione le sue conoscenze e competenze perché ogni cittadino riceva la miglior prevenzione e la miglior assistenza possibili”, chiude Anelli.

Tra gli infermieri, comunica Luigi Pais del comitato centrale della Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche (Fnopi), i sospesi sono invece “circa 3.800, quasi lo 0,85% degli iscritti e solo il 75% delle aziende sanitarie ha comunicato i dati”, continua. Per Pais il fatto che non tutte le Asl stiano lavorando alla stessa velocità costituisce un problema, dato che “c’è chi sta andando a velocità spedita e altre che invece antepongono i problemi di organico che nascono con la sospensione degli infermieri”.

Intanto, sul fronte sindacale, il segretario nazionale del sindacato degli infermieri Nursind, Andrea Bottega, ha annunciato “lo sciopero se non arriverà l’indennità“. “È da un anno che gli infermieri aspettano l’indennità specifica che è già stata finanziata nella passata legge di bilancio”. Gli infermieri rimarcano una differenza di trattamento con i medici, che invece hanno ottenuto l’indennità già a gennaio 2021 e, in caso il fatto dovessi ripetersi a inizio 2022, il sindacato minaccia una o più giornate di sciopero.