Tra lacrime e singhiozzi, con la voce strozzata, Louise Akester, dipendente di una casa di cura per anziani di Hull, appare in video sui media britannici, dicendo che “non è giusto dopo 14 anni di duro lavoro dover lasciare il posto per via del vaccino, che lei ancora non si sente di fare perché vuole prima vedere gli effetti nel lungo periodo”. Come lei un lavoratore su dieci nelle case di cura britanniche non si è ancora vaccinato contro il Covid-19.

Ma la stretta sulle immunizzazioni è arrivata, inevitabile, per proteggere la fragile macchina sanitaria britannica dall’avanzata dei virus stagionali. Nonostante in Inghilterra il governo Johnson abbia scelto di non imporre il green pass per mangiare al ristorante, entrare nei locali o in luoghi affollati, il vaccino era stato imposto invece al personale a contatto con gli anziani. Il ministro della Salute Sajid Javid ha imposto ora la scadenza di giovedì 11 novembre per dimostrare a questi lavoratori di aver ricevuto entrambe le dosi.

Non solo ma il giro di vite sui vaccini anti-Covid colpisce ora anche il personale della sanità nazionale (NHS) in prima linea che avrà tempo fino alla primavera 2022 per completare il ciclo vaccinale con le due dosi, e continuare a lavorare. In Inghilterra oltre il 92% del personale sanitario ha ricevuto la prima dose mentre l’ 89% ha avuto anche la seconda, una percentuale più alta rispetto all’81% del dato generale sulla popolazione. Mancano all’appello però tra gli 80.000 e i 100.000 lavoratori dell’NHS in Inghilterra, numeri che fanno scricchiolare un apparato sanitario caratterizzato da insufficienza cronica di personale medico-infermieristico, ed un arretrato da record di esami e cure di routine, tra cui anche trattamenti importanti come le chemioterapie.

“È molto importante lavorare con il personale sanitario nei prossimi mesi, prima della scadenza di aprile, perché si vaccini il maggior numero possibile di staff dell’NHS e non si arrivi al precipizio se il personale non immunizzato contro il Covid-19 sarà costretto a lasciare il lavoro” ha dichiarato alla BBC il presidente di NHS Providers, Chris Hopson.

I sindacati sono critici della nuova mossa del governo e sostengono che la vaccinazione non possa essere imposta con la forza ma con la persuasione: “Siamo preoccupati che il governo non abbia ascoltato le nostre consultazioni in cui abbiamo sottolineato che usare la legge per imporre il vaccino può fare più danni che benefici – ha detto Helga Pile del sindacato Unison – oltre il 90% del personale sanitario si è già vaccinato e questo vuol dire che i metodi che abbiamo usato con la persuasione, e offrendo rassicurazioni, hanno funzionato bene. Ma ora il governo rischia di mandare tutto a monte obbligando alla vaccinazione in un momento in cui la sanità è già in ginocchio”.

In Inghilterra è allerta: “Pensiamo che giovedì perderemo tra i 50mila e 60mila membri del personale che hanno già ricevuto l’avvertimento di vaccinarsi se vogliono continuare a lavorare, ma che nonostante i nostri tentativi di persuaderli non stanno cambiando idea perché pensano che sia loro diritto scegliere se vaccinarsi o no” ha detto Neil Russel, Presidente di PJ Care, gruppo di residenze assistite, che mette in guardia che anche la sanità nazionale deve prepararsi a perdere personale.

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