L'esercito israeliano avrebbe installato nell'area un ampia rete di telecamere per il riconoscimento facciale della popolazione, gli obiettivi sono in grado di carpire immagini anche dagli obiettivi privati. Compromessi, grazie ad un software della società israeliana Nso, gli smartphones di attivisti e cittadini
L’esercito israeliano sta implementando nuove misure di sorveglianza su larga scala della popolazione palestinese della Cisgiordania basate su tecniche di riconoscimento facciale tramite una rete di videocamere e smartphones. Il programma è in corso di implementazione da un paio d’anni come ha rivelato ieri il quotidiano statunitense Washington Post. L’ esercito ha installato telecamere a scansione facciale nella città di Hebron che consentono ai soldati ai posti di blocco a identificare i palestinesi ancor prima che presentino le loro carte d’identità. Inoltre una rete più ampia di telecamere a circuito chiuso, chiamata “Hebron Smart City”, fornisce il monitoraggio in tempo reale della popolazione della città e, secondo le testimonianze raccolte dal quotidiano tra membri delle forze armate israeliane, a volte può vedere anche nelle abitazioni private.
Il monitoraggio è attuato anche attraverso smartphones con l’utilizzo di una tecnologia di intrusione negli apparecchi denominata “Blue Wolf”. Tecnologia che sarebbe stata sviluppata dall’israeliana Nso, la stessa società che ha realizzato Pegasus, un software che permette di introdursi in tutti i tipi di smartphones, sia Android che iOs, carpendone i dati prima che vengano crittografati. Sul programma sarebbe attiva anche la divisone dell’esercito Unit 8200, una delle unità di hackers più avanzata al mondo. Il piano dell’esercito israeliano è stato commentato su Twitter dall’ex collaboratore della Nsa (l’agenzia di spionaggio informatico statunitense) Edward Snowden famoso per le sue rivelazioni sui programmi di monitoraggio delle agenzie governative statunitense, con questa frase: “In passato ho avvertito come le architetture per l’oppressione fossero ormai quasi pronte”
I once warned that the architecture of oppression was near.
It has arrived.https://t.co/Ph9s3qhlwH
— Edward Snowden (@Snowden) November 8, 2021
Interpellate dal Washington Post le forze armate israeliane hanno affermato che si tratta di “Operazioni di sicurezza di routine che fanno parte della lotta al terrorismo e degli sforzi per migliorare la qualità della vita della popolazione palestinese in Giudea e Samaria” (Giudea e Samaria è il nome israeliano della Cisgiordania, ndr) “Naturalmente, non possiamo commentare le capacità operative dell’esercito israeliano in questo contesto”.
Sistemi di monitoraggio di intere popolazioni basate sul riconoscimento facciale sono già state sviluppate ed applicate in Cina, in particolare nei confronti della minoranza uigura residente nella regione dello Xinjiang. “L’Onu deve indagare sulle denunce relative al fatto che cellulari di attivisti palestinesi siano stati hackerati con la tecnologia della Nso”, ha dett ieri Tahseen Elayyan della ong per i diritti umani ‘Al-Haq’, organizzazione dichiarata illegale da Israele. “E’ difficile descrivere la sensazione di intrusione nella privacy”, ha aggiunto Ubai Al-Aboudi – direttore del Centro Bisan – uno dei 6 militanti il cui cellulare è risultato manovrato con Pegasus.