La storia del generale che tentò di far piovere usando esplosivi e polvere da sparo
Esattamente 130 anni fa, il generale Robert Dyrenforth mosse dalla capitale, Washington, alla volta del Texas con quasi 9mila dollari da spendere in polvere da sparo ed esplosivi ad alto potenziale. Non era a capo di una spedizione militare. Polvere ed esplosivi non servivano a combattere i fuorilegge, gli indiani o i messicani. L’esplosivo scopo era una ricerca scientifica dalle enormi ricadute tecniche, ufficialmente approvata e finanziata dal Congresso degli Stati Uniti.
A quel tempo, il generale non era più in servizio attivo, ma un esperto del Ministero dell’Agricoltura. E le micce furono innescate per influenzare il tempo meteorologico con uno scopo preciso: causare la pioggia. È stato, forse, uno dei primi esempi di ricerca su larga scala in tema di controllo meteorologico. Certamente, il primo condotto in base a una investitura ufficiale.
Funzionò?
Dopo l’esplosione di alcuni barili di polvere da sparo, ogni tanto pure pioveva. Ma i cowboy texani che guardavano attoniti gli esperimenti erano assai critici: avrebbe piovuto comunque, in base alla loro esperienza. E il generale non sapeva bene che cosa rispondere, né chiunque altro avrebbe potuto farlo. Alla fine, si stabilì che stimolare le precipitazioni a suon di bombe era un metodo del tutto fasullo.
1 /3 1891.The Rain Makers in Texas
L’intero esperimento non era frutto della trovata estemporanea di un generale a riposo forzato. Era bensì l’esito di una lunga storia, ripresa durante la guerra civile americana, ma iniziata in Europa un secolo prima. I veterani della Guerra dei Sette Anni raccontavano a chiunque fosse disposto ad ascoltarli come ogni grande battaglia fosse stata seguita da un acquazzone. Dopo le guerre napoleoniche, visto il ruolo chiave dell’idrologia nell’indirizzare l’esito della battaglia di Waterloo, questa storia era stata ripresa altre volte nell’emisfero occidentale, al di qua e al di là dell’oceano.
Dal 5 al 15 aprile 1815, c’era stata l’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, che aveva sparato in atmosfera una enorme quantità di pulviscolo. Poche settimane dopo, dal 16 al 18 giugno, i francesi affrontarono a Waterloo la coalizione anglo-prussiana nello scontro supremo. Una sequenza di nubifragi, insolitamente violenti, si abbattè sulle campagne a sud di Bruxelles, dove le truppe napoleoniche si erano accampate. Le piogge resero fangoso il terreno anche in pieno giugno, sconvolgendo la tattica di Napoleone, le cui fortune militari si basavano sulla mobilità delle truppe e la velocità con cui l’imperatore riusciva a manovrarle. E il b, a causa delle ceneri prodotte dell’eruzione vulcanica, fu l’anno senza estate, immortalato da una delle più belle poesie di Lord Byron, Darkness, che inizia con un verso immortale:
“I had a dream, which was not all a dream.”
Un generale non dimentica vicende come questa, anche se alcuni malevoli narrano che, durante la Guerra Civile combattuta tra le file unioniste, il nostro non andò mai oltre il grado di maggiore. Dyrenforth e la sua squadra di scienziati un po’ improbabili arrivarono a Midland, nei pressi di San Antonio, armati di dinamite, polvere da sparo, cannoni, aquiloni e palloni progettati per esplodere in aria. Il generale disponeva di una enorme potenza di fuoco, diretta verso il cielo.
Era arrivato perfino l’ingegnere, Edward Powers. Costui aveva puntigliosamente raccolto le testimonianze storiche sulla relazione tra esplosioni e precipitazioni. Non tutte erano storie belliche, perché alcune riguardavano le conseguenze di esplosioni accidentali avvenute in depositi di polvere da sparo. Per sottolineare la potenziale efficacia della metodologia esplosiva, aveva però intitolato il suo libro War and the weather, “Guerra e tempo meteorologico” (Chicago: Knight & Leonard Co, 1871). Un best-seller che aveva mosso l’immaginazione dei contemporanei. La notorietà di Powers era stata decisiva per convincere il Congresso a sborsare ben 9mila dollari a favore del Ministero dell’Agricoltura per finanziare l’avventura del suo concittadino Dyrenforth. All’epoca, una cifra enorme per una ricerca dall’esito pratico abbastanza incerto. Equivalgono a circa 270mila odierni, una cifra ridicola se paragonata al budget della ricerca pubblica.
“Senza dubbio la generazione artificiale della pioggia diventerà una pratica comune nelle zone aride del paese”, aveva dichiarato il generale al New York Times, che aveva annuito. I giornali di tutta la nazione salutarono così gli esperimenti come una svolta epocale, una tappa decisiva nella lotta senza fine dell’umanità per piegare la natura ai propri scopi. Invero, se un po’ di pioggia era pure caduta nei dintorni di San Antonio, le esplosioni avevano fatto saltare le finestre in un hotel del centro.
Washington Post, New York Sun, Chicago Tribune e Rocky Mountain News riferirono della formazione di torrenti impetuosi dopo le esplosioni di Dyrenforth. Naturalmente, nessuno di quei giornali aveva inviato un cronista nei pressi di Midland: tutti credevano alle parole del generale, che le seminava con astuzia. Soltanto alcune riviste specializzate in campo agricolo avevano inviato sul posto alcuni osservatori.
Per più di un anno, il generale conobbe una vasta popolarità. Le cose, poi, finirono male. In base ai rapporti degli esperti agricoli che avevano seguito gli esperimenti, la rivista scientifica più diffusa definì gli esperimenti “sciocchi fuochi d’artificio” e l’iniziativa “una farsa costosa”, ponendo la pietra tombale sulla questione (Scientific American, January 2, 1892). L’insuccesso diventò un fardello insopportabile per il generale, asceso nel 1893 a zimbello nazionale. Da Dyrenforth diventò “Dryhenceforth”, che significa “Da ora in poi, asciutto”.
Ho scritto questo secondo post sul tema della manipolazione meteorologica poiché alcuni lettori dei precedenti post mi hanno incoraggiato a condividere il poco che so in questo scivolosissimo campo, spesso sospeso tra la science fiction e le teorie complottistiche. Se giudicherete il tema ancora interessante – anche in vista delle iniziative più recenti, a partire dal progetto Tibet e non solo – continueremo a discuterne su questo blog.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.
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Renzo Rosso
Idraulico insigne
Mondo - 9 Novembre 2021
La storia del generale che tentò di far piovere usando esplosivi e polvere da sparo
Esattamente 130 anni fa, il generale Robert Dyrenforth mosse dalla capitale, Washington, alla volta del Texas con quasi 9mila dollari da spendere in polvere da sparo ed esplosivi ad alto potenziale. Non era a capo di una spedizione militare. Polvere ed esplosivi non servivano a combattere i fuorilegge, gli indiani o i messicani. L’esplosivo scopo era una ricerca scientifica dalle enormi ricadute tecniche, ufficialmente approvata e finanziata dal Congresso degli Stati Uniti.
A quel tempo, il generale non era più in servizio attivo, ma un esperto del Ministero dell’Agricoltura. E le micce furono innescate per influenzare il tempo meteorologico con uno scopo preciso: causare la pioggia. È stato, forse, uno dei primi esempi di ricerca su larga scala in tema di controllo meteorologico. Certamente, il primo condotto in base a una investitura ufficiale.
Funzionò?
Dopo l’esplosione di alcuni barili di polvere da sparo, ogni tanto pure pioveva. Ma i cowboy texani che guardavano attoniti gli esperimenti erano assai critici: avrebbe piovuto comunque, in base alla loro esperienza. E il generale non sapeva bene che cosa rispondere, né chiunque altro avrebbe potuto farlo. Alla fine, si stabilì che stimolare le precipitazioni a suon di bombe era un metodo del tutto fasullo.
L’intero esperimento non era frutto della trovata estemporanea di un generale a riposo forzato. Era bensì l’esito di una lunga storia, ripresa durante la guerra civile americana, ma iniziata in Europa un secolo prima. I veterani della Guerra dei Sette Anni raccontavano a chiunque fosse disposto ad ascoltarli come ogni grande battaglia fosse stata seguita da un acquazzone. Dopo le guerre napoleoniche, visto il ruolo chiave dell’idrologia nell’indirizzare l’esito della battaglia di Waterloo, questa storia era stata ripresa altre volte nell’emisfero occidentale, al di qua e al di là dell’oceano.
Dal 5 al 15 aprile 1815, c’era stata l’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, che aveva sparato in atmosfera una enorme quantità di pulviscolo. Poche settimane dopo, dal 16 al 18 giugno, i francesi affrontarono a Waterloo la coalizione anglo-prussiana nello scontro supremo. Una sequenza di nubifragi, insolitamente violenti, si abbattè sulle campagne a sud di Bruxelles, dove le truppe napoleoniche si erano accampate. Le piogge resero fangoso il terreno anche in pieno giugno, sconvolgendo la tattica di Napoleone, le cui fortune militari si basavano sulla mobilità delle truppe e la velocità con cui l’imperatore riusciva a manovrarle. E il b, a causa delle ceneri prodotte dell’eruzione vulcanica, fu l’anno senza estate, immortalato da una delle più belle poesie di Lord Byron, Darkness, che inizia con un verso immortale:
“I had a dream, which was not all a dream.”
Un generale non dimentica vicende come questa, anche se alcuni malevoli narrano che, durante la Guerra Civile combattuta tra le file unioniste, il nostro non andò mai oltre il grado di maggiore. Dyrenforth e la sua squadra di scienziati un po’ improbabili arrivarono a Midland, nei pressi di San Antonio, armati di dinamite, polvere da sparo, cannoni, aquiloni e palloni progettati per esplodere in aria. Il generale disponeva di una enorme potenza di fuoco, diretta verso il cielo.
Era arrivato perfino l’ingegnere, Edward Powers. Costui aveva puntigliosamente raccolto le testimonianze storiche sulla relazione tra esplosioni e precipitazioni. Non tutte erano storie belliche, perché alcune riguardavano le conseguenze di esplosioni accidentali avvenute in depositi di polvere da sparo. Per sottolineare la potenziale efficacia della metodologia esplosiva, aveva però intitolato il suo libro War and the weather, “Guerra e tempo meteorologico” (Chicago: Knight & Leonard Co, 1871). Un best-seller che aveva mosso l’immaginazione dei contemporanei. La notorietà di Powers era stata decisiva per convincere il Congresso a sborsare ben 9mila dollari a favore del Ministero dell’Agricoltura per finanziare l’avventura del suo concittadino Dyrenforth. All’epoca, una cifra enorme per una ricerca dall’esito pratico abbastanza incerto. Equivalgono a circa 270mila odierni, una cifra ridicola se paragonata al budget della ricerca pubblica.
“Senza dubbio la generazione artificiale della pioggia diventerà una pratica comune nelle zone aride del paese”, aveva dichiarato il generale al New York Times, che aveva annuito. I giornali di tutta la nazione salutarono così gli esperimenti come una svolta epocale, una tappa decisiva nella lotta senza fine dell’umanità per piegare la natura ai propri scopi. Invero, se un po’ di pioggia era pure caduta nei dintorni di San Antonio, le esplosioni avevano fatto saltare le finestre in un hotel del centro.
Washington Post, New York Sun, Chicago Tribune e Rocky Mountain News riferirono della formazione di torrenti impetuosi dopo le esplosioni di Dyrenforth. Naturalmente, nessuno di quei giornali aveva inviato un cronista nei pressi di Midland: tutti credevano alle parole del generale, che le seminava con astuzia. Soltanto alcune riviste specializzate in campo agricolo avevano inviato sul posto alcuni osservatori.
Per più di un anno, il generale conobbe una vasta popolarità. Le cose, poi, finirono male. In base ai rapporti degli esperti agricoli che avevano seguito gli esperimenti, la rivista scientifica più diffusa definì gli esperimenti “sciocchi fuochi d’artificio” e l’iniziativa “una farsa costosa”, ponendo la pietra tombale sulla questione (Scientific American, January 2, 1892). L’insuccesso diventò un fardello insopportabile per il generale, asceso nel 1893 a zimbello nazionale. Da Dyrenforth diventò “Dryhenceforth”, che significa “Da ora in poi, asciutto”.
Ho scritto questo secondo post sul tema della manipolazione meteorologica poiché alcuni lettori dei precedenti post mi hanno incoraggiato a condividere il poco che so in questo scivolosissimo campo, spesso sospeso tra la science fiction e le teorie complottistiche. Se giudicherete il tema ancora interessante – anche in vista delle iniziative più recenti, a partire dal progetto Tibet e non solo – continueremo a discuterne su questo blog.
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.