“Attaccato da Ghali allo stadio San Siro? Io non conoscevo il signor Ghali. Sarò vecchio ma preferisco De André, De Gregori, Battisti, fatto sta che ieri ero in un momento di tranquillità con mio figlio allo stadio e sono stato assalito da questo Ghali che quando il Milan ha segnato mi ha urlato assassino, fascista“. Così Matteo Salvini ha ricostruito quanto successo domenica sera durante il derby Milan-Inter. Il leader della Lega è stato ospite di Quarta Repubblica su Retequattro e, interrogato dal conduttore Nicola Porro sulla vicenda e sulle successive polemiche, ha commentato: “Il Covid ci dovrebbe insegnare che il nemico è la malattia, che il nemico è la disoccupazione, che il nemico è la precarietà e la criminalità, non Salvini. Spero che lui e Jake La Furia si rilassino, facciano una tisana e se vogliono li invito a bere un caffè a parlare di musica. Poi a qualcuno piace Jack La Furia, a qualcuno piace Ghali, io preferisco Max Pezzali e Lucio Battisti, però peace & love, non è il momento di litigare”.
Il riferimento di Salvini a Jake La Furia è dovuto al fatto che nella giornata di lunedì il rapper era intervenuto sulla vicenda, schierandosi al fianco del collega: “Tralasciando le buone maniere io avrei fatto la stessa cosa. Salvini deve andare a rubare. Per quanto mi riguarda io lo avrei insultato e mi spiace non esserci stato. Sono contro qualsiasi cosa Salvini pensi. Ognuno deve ricevere quello che dà. Salvini dice delle cose agghiaccianti a tutto il paese senza preoccuparsi di ferire le persone che sono colpite dalle sue parole. Si dice ‘chi semina vento raccoglie tempesta’”, aveva detto intervenendo ai microfoni di Radio 105 con Francesco Facchinetti e Sabrina Scampini. “Se tu apri la bocca spesso e volentieri per ferire delle categorie, può essere che quelle categorie quando le incontri non se la tengano – continua Jake La Fuia – . Se io fossi Ghali e incontrassi la persona che dice che tutti quelli che vengono dal mio paese sono dei ladri, che tutti quelli che vengono dal mio paese sono degli spacciatori, che tutti quelli che vengono dal mio paese non possono essere italiani, se ne devono tornare a casa, forse non se l’è tenuta”.
Ma veniamo ora ai fatti. L’occasione è stata, come detto, il derby di Milano di domenica sera, ma non c’entrano le preferenze calcistiche, anzi. Succede, infatti, che i due siano accumunati dal tifo per il Milan ma non siano affatto sulla stessa lunghezza d’onda sul fronte politico. Da lì la lite scoppiata in tribuna, nel corso del primo tempo della partita, dai contorni ancora non del tutto chiariti. Si conosce, infatti la versione fornita dalla Lega, non quella del cantante che al momento non ha ancora commentato la vicenda, né in interviste né sui social. Esiste, in realtà, anche un video dell’episodio, molto commentato sui social. Nel filmato si vede il rapper, in piedi ad alcuni metri di distanza da Salvini, gridare contro il leader leghista alcune parole incomprensibili, perché coperte dal rumore dei tifosi, mentre viene trattenuto da un’altra persona. Per un istante viene inquadrato anche Salvini che risponde e alza le braccia in segno di vittoria. Poi si vede anche il direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini, invitare alcuni steward a riportare la calma. Secondo Dagospia, l’alterco sarebbe scoppiato al momento del pareggio milanista che, in un primo momento, sembrava fosse stato realizzato da Tomori (invece si è trattato di un autogol di De Vrij): il cantante avrebbe detto a Salvini che non era il caso di esultare perché aveva segnato una persona di colore, quelle che lui lascerebbe morire in mare.
Resta però, ancora da sentire la versione di Ghali. Nel 2019 il rapper, nel remix di un brano di Stormzy, cantava, infatti, in una scena ambientata proprio allo stadio: “Salvini dice che chi è arrivato col gommon’ / Non può stare .it, ma stare .com.” E ancora: “Alla partita del Milan ero in tribuna con gente / C’era un politico fascista che annusava l’ambiente”. Parole alle quale il leader leghista aveva risposto: “Mi insulta ma la sua musica non mi dispiace, è grave?”.