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“Rischi di ingerenze straniere”, il Copasir chiede gli atti sui soldi sauditi a Renzi e su presunti finanziamenti del Venezuela ai 5 Stelle

I temi sono stati sollevati durante l'audizione del direttore dell'Aise Caravelli. Tra coloro che avevano anticipato la richiesta anche Vito (Forza Italia). L'organismo bicamerale ha fatto ricorso a un articolo che gli consente di ottenere atti e documenti di indagini in corso

I soldi ricevuti da Stati esteri dall’ex presidente del Consiglio e ora senatore Matteo Renzi e i presunti finanziamenti del Venezuela al M5s raccontati da un ex dirigente dei Servizi segreti del Paese sudamericani sono stati al centro del dibattito del Copasir, l’organo bicamerale che si occupa delle questioni che riguardano la sicurezza nazionale. I due temi sono stati sollevati nel corso dell’audizione del direttore dell’Aise Giovanni Caravelli. Il Copasir ha deciso alla fine di chiedere alle procure che stanno indagando su questi filoni gli atti delle inchieste per verificare eventuali profilli di interesse per il comitato e cioè possibili minacce alla sicurezza nazionale. Era stato in particolare il deputato di Forza Italia Elio Vito, componente del Copasir, a proporre nei giorni scorsi che del caso Renzi si dovesse occupare l’organismo. Con il direttore dell’Aise si è discusso della possibilità che alcuni Stati intendano – attraverso questi rapporti con figure politiche italiane – influenzare gli indirizzi dell’Italia. Analoga la motivazione che ha spinto il Copasir ad occuparsi anche dell’inchiesta della procura di Milano che indaga con le ipotesi di finanziamento illecito e riciclaggio sul caso dei 3,5 milioni di euro in contanti che nel 2010 sarebbero arrivati dal Venezuela al fondatore del Movimento, Gianroberto Casaleggio.

Nel corso oggi dell’audizione del direttore dell’Aise si sono approfonditi questi due casi e valutato se considerarli come possibili attività di soggetti esteri contro gli interessi nazionali italiani. Del resto i tentativi di ingerenza straniera sono attentamente monitorati dall’intelligence. Il Copasir, da parte sua, vuole vederci chiaro ed ha fatto ricorso ad un articolo della legge di riforma dei servizi, la 124 del 2007, che gli consente di ottenere, “anche in deroga al divieto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti”. Dalle procure di Firenze e Milano saranno così acquisiti gli atti delle due inchieste per valutare eventuali profili di competenza del Comitato.

In particolare è già noto che Renzi guadagni 80mila dollari all’anno lordi per la sua partecipazione al board del Future Initiative Investment, la fondazione saudita creata nel 2020 per decreto dal re Salman bin Abdul-Aziz Al Saud. Ma secondo gli atti dell’inchiesta della Procura di Firenze nella quale l’ex premier è indagato per finanziamento illecito (ma solo per le attività della Fondazione Open), dal 2018 al 2020 sul conto del senatore sono arrivati pagamenti direttamente dal “Ministry of Finance Arabia Saudita” per un totale di 43.807 euro, mentre altri 39.930 euro provengono dal “Saudi commission For Tourism Arabia Saudita”. Al Fatto Quotidiano fonti vicine a Renzi hanno spiegato i pagamenti come compensi per altri interventi alle conferenze saudite. Renzi si è sempre difeso spiegando che questa attività è legale.

Diversa e più risalente nel tempo – e al momento in corso di verifica alla Procura di Milano – è la storia che lega il Venezuela ai 5 Stelle. Tutto origina dalle dichiarazioni di Hugo Carvajal, detto il Pollo, ex capo dei servizi segreti, secondo il quale lo Stato sudamericano finanziò diversi partiti e figure politiche nel mondo: da Evo Morales in Bolivia a Lula in Brasile, dai presidenti di Argentina e Paraguay Nèstor Kirchner e Fernando Lugo a quello dell’Honduras Manuel Zelaya fino a Podemos in Spagna e, appunto il M5s in Italia. E’ una storia già emersa un anno fa con un documento pubblicato dal giornale spagnolo Abc poi rivelatosi falso. Carvajal ha ricostruito questa presunta rete di finanziamenti dopo essere stato arrestato e nel corso delle procedure sulla richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti dove il Pollo è accusato di narcotraffico che il codice americano punisce con pene molto severe. Davide Casaleggio ha sempre difeso il padre Gianroberto arrivando anche a querelare Abc.

AGGIORNAMENTO – Precisiamo che l’inchiesta penale avviata dalla Procura di Milano sui presunti fondi venezuelani arrivati al Movimento 5 stelle e scaturita dall’articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo Abc il 15 giugno 2020, è stata poi archiviata. Inoltre, la società editrice del quotidiano ed il giornalista autore di quell’articolo sono stati condannati a risarcire il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, che aveva intentato una causa per diffamazione nei loro confronti. Nella sentenza della Corte d’Appello di Milano, in particolare, si legge che l’articolo si basava su un “documento”, di presunti servizi segreti venezuelani, “poi risultato falso”.