Il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone è al centro di una contesa tra due rami familiari, ma il Tribunale della famiglia di Tel Aviv ha stabilito che deve rientrare in Italia. Decisione che è stata appellata dal ramo materno della famiglia.
Il caso di Eitan Biran, il bambino sopravvissuto alla strage del Mottarone in cui sono morte 14 persone tra cui il padre, la madre e il fratellino, ha un altro prevedibile capitolo giudiziario. Due mandati di cattura internazionali, chiesti dalla procura di Pavia, sono stati emessi nei confronti del nonno materno, Shmuel Peleg, e dell’uomo di 50 anni, Gabriel Abutbul Alon, israeliano, che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv. La notizia è riportata dal Corriere della Sera, La Stampa e dalla Provincia pavese. Il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone è al centro di una contesa tra due rami familiari, ma il Tribunale della famiglia di Tel Aviv ha stabilito che deve rientrare in Italia. Decisione che è stata appellata dal ramo materno della famiglia.
“Aspettiamo di vedere cosa succederà a livello internazionale, ossia la risposta delle autorità israeliane sul mandato d’arresto internazionale e poi procederemo con la chiusura indagini e con la richiesta di processo” ha detto all’Ansa il procuratore facente funzioni della Procura di Pavia Mario Venditti. Il procuratore ha precisato che l’ordinanza di custodia cautelare che attiva il mandato d’arresto dovrebbe essere già stata “trasmessa” dalla Procura generale di Milano al ministero della Giustizia. Shmuel Peleg e la ex moglie Esther Athen Cohen, nonni materni del bambino, hanno “maturato nel tempo un sentimento di ostilità nei confronti della zia paterna tutore del minore Aya Biran Nirko, in quanto contrariati dalla decisione assunta dal Giudice Tutelare di affidare a quest’ultima il nipote” si legge nell’ordinanza in cui vengono contestati i reati di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all’estero e inosservanza dolosa di provvedimento del Giudice. “Proprio in questa profonda convinzione che il nipote dovesse essere affidato alla famiglia materna e trasferito definitivamente nel suo paese di origine in Israele, trova origine il disegno criminoso messo in atto con lucida premeditazione e meticolosa organizzazione dagli indagati”, si legge nella nota della Procura di Pavia. L’arresto è stato chiesto anche perché è convinzione degli inquirenti che Shmuel Peleg potrebbe rapire ancora Eitan. Il pericolo di reiterazione del reato è contestato nell’ordinanza emessa dal gip di Pavia. Contestato anche il pericolo di inquinamento probatorio, mentre dai primi accertamenti risulta che l’autista israeliano Gabriel Abutbul Alon lavorava per una agenzia di contractor con sede negli Usa.
Per gli inquirenti il rapimento sarebbe stato pianificato in ogni minimo dettaglio. Gli investigatori, sviluppando e analizzando scrupolosamente i dati relativi al traffico telefonico e ogni altra informazione acquisita nel corso dell’attività di indagine, hanno riscostruito in dettaglio la pianificazione del reato da parte degli indagati, ricostruzione, peraltro, resa ardua attesi i presunti trascorsi di appartenenza militare degli indagati, nonché il fatto che gli stessi si muovessero in modo ‘ombroso’ sul territorio italiano con l’utilizzo anche di più autovetture a noleggio e comunicando tra loro con utenze telefoniche estere. Gabriel Alon Abutbul apparterrebbe alla compagnia militare privata Blackwater e sarebbe stato ‘assunto’ dai nonni materni di Eitan, Shmuel Peleg ed Esther Cohen, per “assisterli e aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele”. Il volo per il rientro sarebbe stato pagato 42mila euro. I nonni, stando all’accusa, avrebbero tentato di corrompere una cittadina israeliana. La donna sarebbe stata contattata telefonicamente nel luglio scorso da Cohen, con la proposta “di aiutare la donna a portare Eitan in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro”. Sul rapimento del piccolo indaga anche la procura del Canton Ticino.