L’America si risveglia dopo il Covid. E si prepara ad accogliere i turisti europei. I primi segnali erano arrivati già a giugno da New York. Le dichiarazioni all’Ansa di Britt Hijkoop di NYC & Company, l’ente che si occupa della promozione turistica della città, erano chiare: “Nuovi alberghi, arte e cultura, attrazioni, ristoranti, negozi e parchi oltre ad autentiche esperienze di quartiere. Ce n’è per tutti”. Una metropoli rimessa a nuovo, anche a partire dagli aeroporti. La Guardia è oggi un terminal-museo con installazioni artistiche. Il Newark Liberty International Airport ha invece un nuovo terminal con l’aggiunta di 33 gate. Nuovo look anche per la Penn Station della Moynihan Train Hall, con la nascita di un nuovo hub dei treni ricavato da uno storico ufficio postale.
Ma quanto la troveranno cambiata i turisti che hanno deciso di trascorrervi Natale e Capodanno? L’America sta vivendo un momento controverso. La luna di miele dei cittadini a stelle e strisce con Joe Biden sembra finita. Molto è cambiato, e non in meglio. Come racconta Federico Rampini, storico corrispondente di Repubblica da poco approdato al Corriere della Sera: “Nelle città il peso dell’emergenza contagio si fa sentire. Più di quanto ci si poteva aspettare in venti mesi. C’entra il Covid ma non solo: dalle anomalie della ripresa economica (cresce l’inflazione, mancano lavoratori essenziali) all’aumento della criminalità, dalle nuove attrazioni turistiche di New York, le sorprese sono tante per i turisti europei che da lunedì sono riammessi, purché vaccinati e con tampone”.
New York, la Grande Mela, dove il food delivery è più conveniente che fare la spesa al dettaglio per cucinare, è ancora più cara e insicura di prima. “Lo shock del carovita – spiega Rampini – è garantito nelle destinazioni turistiche come New York, Los Angeles, San Francisco. Quasi tutto costa di più, spesso molto di più. Il tasso ufficiale d’inflazione al 5,4% è inadeguato a fotografare la situazione in alcuni settori come i ristoranti”. Alla base c’è la scarsità di manodopera che colpisce i lavori a reddito basso: camionisti, fattorini, camerieri, poliziotti, cassiere e commesse, infermiere, insegnanti di scuole materne e asili nido. I disoccupati? Quattro milioni in più rispetto all’economia pre-Covid. Molti hanno scoperto un nuovo stile di vita con lo smart working e hanno scelto altre destinazioni di residenza. Fuori dalle metropoli. Eppure i turisti che vogliono trascorrere le feste negli States sono tantissimi. Nonostante tutto. Sono all’incirca 100 mila gli Italiani che trascorreranno le feste natalizie nel nuovo continente. La riapertura delle frontiere, l’8 novembre dopo 600 giorni di lockdown che impedivano l’ingresso dei cittadini non statunitensi, è una liberazione. Le prenotazioni infatti sono già quasi al completo. Ma quanto costa? Una notte in hotel 4 stelle a Manhattan durante le feste costa in media fra 300 e i 350 dollari a notte. Un volo Milano-NY costa fra i 440 e i 600 euro a passeggero. Al costo si aggiunge la questione delle file da affrontare. “La compagnia aerea Delta – prosegue Rampini – ha visto aumentare del 450 % le prenotazioni. È previsto il tutto esaurito a New York, in Florida, in California, a Natale e Capodanno. Ci sarà un crescendo di visitatori italiani per recuperare una lunga assenza forzata”.
Le linee aeree avvertono: file ancora più lunghe all’arrivo negli aeroporti, per la dogana, Fra le cause, la diminuzione degli organici della polizia di frontiera, con buchi creati dai no vax. L’autorità federale obbliga alla vaccinazione i suoi dipendenti. Oltre a volo e alloggio, resta il problema del rincaro sul cibo. I turisti troveranno una realtà cambiata. Molto più cara. Il trancio di pizza a 99 cents? Un sogno. Ora non è più sostenibile. Se vuoi la pizza la paghi 1, 50 dollari a trancio. Tutto così. “Penurie, ingorghi e strozzature nella logistica globale o nelle infrastrutture americane potrebbero rendere questo Paese meno fedele alla sua reputazione di Bengodi del consumismo – puntualizza Rampini – via via che si avvicina il Natale la grande distribuzione teme ritardi nell’arrivo dei container di merci con cui riempire gli scaffali in vista dei grandi assalti”.
E aggiunge: “New York accoglie il turismo europeo con novità anche seducenti. Gli italiani non fecero in tempo a vedere l’inaugurazione dello Edge, terrazza panoramica con vista sulla metropoli, in vetta agli Hudson Yards. E lì sotto, sul lungofiume, Little Island at Pier 55, giardino pensile sull’acqua”. Ma per godere delle attrazioni ci sono aspetti da risolvere. In primis le differenze fra green pass europeo e certificato di vaccinazione locale, richiesto per l’accesso a diverse situazioni pubbliche. I grandi musical di Broadway, per esempio, una meta agognata dal turismo d’oltre oceano. E differenze anche sulla fiscalità alle procedure. “Dalla Florida alle Montagne Rocciose, dominano tolleranza o lassismo”, conclude Rampini. “Portare la mascherina in certi Stati repubblicani può perfino attirarvi ostilità”. I turisti in partenza troveranno un’America molto diversa da come l’avevano lasciata prima della pandemia. Da come se l’erano immaginata.