L’Europa respira, Vladimir Putin ha detto sì. Da ieri Mosca ha iniziato ad aumentare gradualmente le forniture di gas all’Europa attraverso Ucraina e Polonia. Immediati i riflessi sul mercato, con i prezzi in calo di oltre il 3,7%. Uno degli elementi che in questi mesi ha contribuito maggiormente a spingere al rialzo le quotazioni è stata l’esiguità delle riserve negli impianti di stoccaggio del colosso statale russo Gazprom in Europa occidentale. Dalla Russia, nel cui sottosuolo giacciono le più grandi riserve di gas al mondo, proviene circa la metà del gas consumato in Europa. Un altro 30% proviene dalla Norvegia, il resto da fornitori “minori” come Libia e Algeria.
Le forniture russe rimangono comunque al di sotto della media del periodo, Mosca sta infatti usando la sua capacità di pressione sul Vecchio Continente per velocizzare la messa in funzione del gasdotto Northstream 2 che corre sotto il mar Baltico tra le coste russe e quelle tedesche. Una riduzione dei prezzi si è registrata nelle ultime due settimana sul mercato elettrico. Secondo i dati del Gestore del mercato elettrico la quotazione media del Megawatt/ora è scesa del 10% nella prima settimana di novembre dopo il – 6% che aveva caratterizzato l’ultima di ottobre. La discesa dei prezzi dell’energia, se protratta, è destinata ad avere un impatto sull’inflazione dell’area euro che lo scorso ottobre ha toccato il 4,1% spinta al rialzo proprio dai rincari di luce e gas.
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