A Roma la nazionale di Mancini si gioca il primo posto e un biglietto diretto per il Qatar: una sconfitta costringerebbe a passare dai play off, con il precedente nefasto del match contro la Svezia a raccomandare massima attenzione e altrettanto impegno. Al netto dei tantissimi infortuni, ciò che emerge è lo scarso interesse generale per un impegno assolutamente fondamentale
Una partita di qualificazione ai Mondiali decisiva. Da giocare in casa, in un grande stadio, tutto azzurro. Suona familiare e speriamo tutti che non lo sia. Tre anni fa di questi tempi, nella notte più buia della storia del calcio italiano, l’Italia perdeva lo spareggio contro la Svezia a San Siro e non si qualificava ai Mondiali di Russia 2018. Stasera contro la Svizzera all’Olimpico sarà di nuovo come uno spareggio: due squadre appaiate a pari punti, un solo posto disponibile per la partecipazione diretta alla Coppa del Mondo in Qatar 2022, la seconda dovrà passare dai playoff che, come ormai ben sappiamo, sono una roulette russa. Vietato perdere (la differenza reti ci premia), ma sarebbe ancora meglio vincere in vista dell’ultima giornata, lunedì in Irlanda del Nord.
È una partita da dentro-fuori, vitale per il calcio italiano: non qualificarsi ai Mondiali per la seconda volta di fila sarebbe una tragedia, chiuderebbe il ciclo Mancini e travolgerebbe i vertici federali, cancellerebbe in un sol colpo il trionfo europeo. Eppure non sembra. La sosta, sempre sgradita ai tifosi, arriva proprio quando il campionato è entrato nel vivo, tra il derby di Milano e la prossima Inter-Napoli che dirà tanto sulla corsa scudetto. Si parla solo della fuga delle capoliste, delle difficoltà della Juve, della crisi di Mourinho, ci si preoccupa per i propri calciatori, chiedendosi quanto freschi e riposati rientreranno alla base. L’impressione è che l’Italia stia arrivando a questo appuntamento con la concentrazione sbagliata. Di sicuro non ci arriva nella forma migliore: Mancini deve rinunciare a Verratti, Pellegrini, Zaniolo, Immobile e Chiellini, con anche Barella, Bonucci e Bastoni in condizione precaria (ma dovrebbero stringere i denti). L’assenza del capitano al centro della difesa sarà pesante, il centravanti è un rebus (favorito Belotti). Il Mondiale se lo deve conquistare la nazionale campione d’Europa, che però in questo momento è una nazionale incerottata, e anche piuttosto appannata nelle ultime uscite.
La buona notizia è che gli avversari non sono messi meglio, anzi. La Svizzera è una sorpresa nel girone ma fino a un certo punto: probabilmente nessuno se l’aspettava così in alto, ma viene pur sempre da un grande Europeo dove ha eliminato la Francia. In casa ci ha costretti allo 0-0 e la goleada della partita inaugurale di Euro 2021 all’Olimpico sembra un lontano ricordo. Nelle ultime settimane però ha perso il suo leader Xhaka, il difensore centrale Elvedi, i due attaccanti titolari Embolo e Seferovic, oltre a Fassnacht, Zuber, Kobel. A parità di assenze, quelle elvetiche pesano molto di più su una rosa con meno talento e meno alternative. Quella che scenderà in campo all’Olimpico sarà una squadra di seconda fascia, che non può spaventare gli azzurri. Ma è il peso della posta in palio a mettere pressione. E la classifica.
Italia, per un girone leggermente sottotono (pesa l’1-1 casalingo con la Bulgaria), e Svizzera per un percorso sopra ogni aspettativa, arrivano allo scontro diretto a pari punti. Gli azzurri hanno il vantaggio della differenza reti (rispettivamente +11 e +9) quindi in teoria possono giocare per due risultati su tre, anche col pareggio manterrebbero la vetta. Attenzione però: il girone non finisce stasera, ma lunedì. Ci sarà anche un’ultima giornata, da non sottovalutare: perché l’Italia sarà impegnata in Irlanda del Nord, campo storicamente ostico, mentre la Svizzera riceverà in casa una Bulgaria demotivata, contro cui potrà anche provare a ribaltare la differenza reti (dovrebbero vincere con due gol in più del risultato degli azzurri a Belfast). Dunque, stasera l’Italia non può perdere, ma farebbe meglio a vincere, per mettersi al riparo da possibili goleade e altre brutte sorprese. Oggi è come uno spareggio, ma l’incubo sarebbe finire davvero agli spareggi.