Il Centro protesi Inail di Vigoroso di Budrio ha annunciato che accoglierà e aiuterà il piccolo Mustafa e il padre Munzir, i protagonisti della foto che ha vinto il Siena international photo awards. La foto, scattata dal turco Mehmet Aslan e intitolata Hardship of life, ha fatto in breve tempo il giro del mondo, diventando un simbolo del conflitto in Siria che va avanti da ormai 10 anni. Si vede il padre Munzir reggersi su una stampella mentre abbraccia suo figlio Mustafa di 5 anni, nato senza arti inferiori e superiori per una malformazione causata dagli eccessivi farmaci che la madre Zeinab ha dovuto assumere dopo essere stata colpita dal gas nervino durante il conflitto.
Il direttore dell’area tecnica del Centro, Gregorio Teti, è tra i tanti che è rimasto colpito dall’immagine e dal suo messaggio, così ha accettato la richiesta di Andrea Causarano, medico sportivo già di Roma e Juventus, e del fotografo Luca Venturi, direttore artistico del Siena international photo awards. I due hanno lanciato la raccolta fondi che sostiene l’iniziativa per portare padre e figlio in Italia, una macchina ha intenzione di cambiar le vite dei due protagonisti, consapevoli della sfida che questo comporta. “Cercheremo di mettere in campo tutta la nostra esperienza. Il nostro compito è portare a una condizione di normalità quella che agli occhi dell’opinione pubblica può sembrare una situazione eccezionale. Noi, casi eccezionali, li affrontiamo ogni giorno. Cercheremo di portare il bambino nella condizione di poter frequentare la scuola”, ha scritto Teti sul sito dell’Inail. Così una storia iniziata nel 2006 con la richiesta di aiuto di Zeinab al Washington Post potrebbe trovare un finale, e lieto, in Italia. Nelle prossime settimane Mustafa e la sua famiglia arriveranno a Budrio dove saranno accolti e visitati dal Centro protesi che avvierà per loro un percorso protesico-riabilitativo. Il Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio è un’eccellenza nel campo della riabilitazione da più di 50 anni, dove ogni anno vengono realizzate oltre 10mila protesi per invalidi del lavoro, civili e persone con disabilità provenienti anche dall’estero.