Non c'era solo Nicola De Blasio, direttore della Caritas diocesana di Benevento, nella rete di utenti individuata dalla Polizia postale di Torino grazie a un'indagine sotto copertura. Oltre al sacerdote sono stati arrestati altri due soggetti
Un canale a pagamento, creato da un ragazzino, per lo scambio di “immagini raccapriccianti” che avevano con oggetto bambini anche molto piccoli. L’ennesima indagine sui pedofili che utilizzano Internet per il passaggio di foto e video pedopornografici, il 3 novembre aveva già portato all’arresto di Nicola De Blasio (nella foto), direttore della Caritas diocesana di Benevento. C’era anche questo sacerdote nella rete di utenti italiani comunicavano e scambiavano file con abusi e violenze da brivido su una piattaforma di messaggistica. Oggi la Polizia postale di Torino ha fatto altri passi avanti nell’inchiesta ed eseguito 26 perquisizioni in tutta Italia nell’ambito dell’operazione “meet up”.
Gli indagati devono rispondere di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori, sequestrando migliaia di file definiti appunto “raccapriccianti” dagli inquirenti, che in alcuni casi ritraevano vere e proprie violenze sessuali in danno di bambini in tenera età. Oltre al sacerdote, ai domiciliari sono stati arrestati altri due soggetti: un 37enne tecnico informatico in Piemonte e il creatore del canale a pagamento, un ragazzo all’epoca dei fatti minorenne, residente in Puglia. Il giovane, 18 anni, è uno studente residente in provincia di Bari, accusato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.
Gli agenti torinesi hanno condotto un’indagine sotto copertura finalizzata al contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico: già dal febbraio scorso avevano attivato un monitoraggio su alcuni canali aperti, frequentati perlopiù da utenti italiani. È stato necessario – spiega la postale – “un lungo lavoro di carattere preparatorio, consistente nella ricerca del rapporto di fiducia con gli interlocutori che di volta in volta si mostravano interessati allo scambio di materiale, con un notevole sforzo mentale degli operatori nell’assunzione delle stesse vesti dei propri target. Ricavati gli elementi utili alla prosecuzione dell’indagine, sono state messe a fattor comune le tracce informatiche lasciate in rete dagli internauti, che hanno consentito la loro identificazione”.
L’attività, diretta dalla Procura di Torino e coordinata dal Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online della Polizia postale, ha riguardato tutto il territorio nazionale. “Particolarmente interessante – scrivono ancora le forze dell’ordine – si è rivelata la presenza di un ambiente chiuso, pubblicizzato dal proprio promotore, in cui veniva divulgato materiale pedopornografico previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all’iscrizione al canale, anch’esso oggetto di accertamenti nel corso dell’indagine”. Gli elementi raccolti nel corso dell’attività sotto copertura hanno portato all’emissione dei decreti di perquisizione, emessi dal Gruppo criminalità organizzata e reati informatici della Procura.
L’arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca esprime “vicinanza alle famiglie dei minori, soggetti di sfruttamento con video e foto; agli organi competenti viene assicurata piena collaborazione, perché si giunga alla verità dei fatti; nel frattempo”. Accrocca fa sapere di avere avviato “l’indagine previa sui fatti contestati, come previsto dall’ordinamento canonico”. In una nota, il vescovo spiega che a fine mattinata ha “ricevuto dalla Procura di Benevento la notifica del provvedimento che dispone gli arresti domiciliari per don Nicola De Blasio, parroco di san Modesto e direttore della Caritas diocesana. Il sacerdote risulta indagato per il reato di detenzione di materiale pedopornografico nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Torino”.