La showgirl imputata per falsa testimonianza ha scritto al collegio annunciando di aver deciso, "allo stato", di non rendere le dichiarazioni programmate per la prossima udienza del 17 novembre, "pur riservandosi tale diritto nel prosieguo del procedimento". La scelta arriva dopo la decisione con cui il Tribunale ha dichiarato l'inutilizzabilità delle dichiarazioni di 18 imputate sentite come testimoni nei processi Ruby uno e due
Marysthell Garcia Polanco non renderà dichiarazioni spontanee al Tribunale di Milano. La showgirl imputata per falsa testimonianza nel processo Ruby ter ha scritto al collegio della settima sezione penale annunciando di aver deciso, “allo stato”, di non rendere le dichiarazioni programmate per la prossima udienza del 17 novembre, “pur riservandosi tale diritto nel prosieguo del procedimento”. La scelta di Polanco (presa in seguito a un consulto con il legale Paolo Cassamagnaghi) arriva dopo la decisione con cui il Tribunale, accogliendo un’eccezione della difesa di Silvio Berlusconi, ha dichiarato l’inutilizzabilità delle dichiarazioni di 18 imputate sentite come testimoni nei processi Ruby uno e due, in quanto – secondo i giudici – avrebbero dovuto essere trattate come indagate in procedimento connesso, quindi ascoltate con l’assistenza di un legale e la facoltà di non rispondere.
“Dalla primavera 2012” – scriveva il Tribunale – la Procura “aveva elementi indizianti le elargizioni di Berlusconi in favore delle ragazze”, che quindi erano “persone sostanzialmente indagate” e andavano ascoltate come testimoni assistite. Per questo “le relative testimonianze” sono “affette da inutilizzabilità assoluta per violazione delle garanzie di legge” poste “a presidio del divieto di autoincriminazione”. Un verdetto che manderà probabilmente in fumo le imputazioni di falsa testimonianza del Ruby ter – comunque già vicine alla prescrizione – mentre i pubblici ministeri puntano a tenere in piedi quella di corruzione in atti giudiziari a carico di Berlusconi, per aver versato denaro e altre utilità alle ragazze per convincerle a deporre in suo favore nei processi.