Il primo a introdurre una legge sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma) è stato il socialista Zapatero che, nel 2006, aveva pensato questi servizi gratuiti anche per single e omosessuali. Poi la parentesi popolare con Mariano Rajoy, che con la legge sulla Pma del 2014 aveva riservato il diritto a coppie etero con problemi di fertilità o malattie genetiche, escludendo le donne single e le coppie lesbiche
In Spagna da mercoledì qualsiasi donna con meno di 40 anni voglia ricorrere alla procreazione assistita avrà le spese coperte dal governo. Vale per chi è in coppia e per i single, per le persone trans e indipendentemente dall’orientamento sessuale. E’ la decisione del ministro della salute del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) Carolina Dias che smantella il precedente apparato voluto dal partito popolare di Mariano Rajoy. Il primo a introdurre una legge sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma) fu il socialista José Luis Zapatero che, nel 2006, pensò questi servizi gratuiti anche per single e omosessuali. Poi la parentesi popolare con Rajoy, con la legge sulla Pma del 2014 che riservava questo diritto alle coppie etero con problemi di fertilità o malattie genetiche, escludendo le donne single e le coppie lesbiche. “La mancanza di uomo non è un problema medico”, disse l’allora ministro della salute popolare Ana Mato, rispondeva alle critiche mosse alla legge.
Il Psoe di Pedro Sanchez fa un passo avanti allargando il diritto ad avere figli a una platea più ampia estendendolo anche alle persone trans. Per Carolina Dias non riconoscersi in un genere binario non può essere un ostacolo. In Spagna – come d’altronde anche in Italia dal 2015 – non è obbligatorio sottoporsi a operazioni chirurgiche genitali per ottenere il cambio di identità all’anagrafe.
Arriva così finalmente una legge che unifica la nazione in tema di procreazione assistita. La Spagna è divisa in 17 comunità autonome con diversi livelli di legislazione interna e questa non omogeneità in materia di legge era causa di problemi. Molte coppie infatti si rivolgevano a strutture private, spendendo anche decine di migliaia di euro per la fecondazione assistita, ma la situazione variava da comunità a comunità. Per esempio la Catalogna e l’Andalusia si uniformarono subito alla legge Zapatero, mentre in altre comunità il servizio si estendeva anche agli uomini trans che ancora non avevano rettificato il documento all’anagrafe. Nella Comunità Forale Navarra, nel nord del paese, le donne single potevano sottoporsi gratuitamente all’inseminazione artificiale, ma non con la fecondazione in vitro.
Il nuovo decreto secondo le previsioni del Ministro Dias aiuterà almeno 8.500mila persone, obbligando tutte le comunità autonome ad adeguarsi a una sola regola sulla fecondazione assistita. In Italia sono escluse da questi trattamenti le coppie omosessuali, indipendentemente dal fatto che si riconoscano nel genere assegnato alla nascita o no, e le persone single.