Ancora tensioni nel governo sul Superbonus 110 per cento. Dopo l’approvazione del decreto legge anti-frodi, pensato per evitare gli utilizzi abusivi di tutti i bonus edilizi, le nuove norme, che introducono ulteriori controlli e passaggi nell’iter di approvazione degli sconti, rischiano di mettere in difficoltà il sistema attuale. Oggi l’Agenzia delle Entrate ha dovuto interrompere la trasmissione dei documenti necessari per avere gli sconti in fattura e la cessione dei crediti, in attesa di adeguare la sua piattaforma. Il caos, seppur temporaneo, ha riacceso la polemica sulla stretta anti-furbetti che alcuni, come il Movimento 5 stelle, considerano uno scoraggiante aggravio burocratico, che li spinge a chiedere subito “interventi correttivi per evitare che si blocchino i lavori in corso e quelli che stavano per iniziare”. Fonti dei vertici M5s hanno fatto trapelare il malcontento che circola nel Movimento in queste ore: il Superbonus è considerato uno dei paletti posti da Conte e dai suoi e dover accettare la mediazione al ribasso è considerata una semi-sconfitta. “Sarebbe stato meglio”, hanno fatto sapere fonti interne all’agenzia Adnkronos, “accogliere la proposta del ministro Patuanelli all’ultimo Cdm, trasformando il decreto” con la stretta anti-frodi per il Superbonus e gli altri bonus edilizi “in un emendamento al decreto fiscale, per avere più tempo di valutarne l’impatto ed evitare le problemacità che stiamo vedendo in queste ore”. Le stesse fonti hanno osservato che “ora sono necessari interventi correttivi per evitare che si blocchino i lavori in corso e quelli che stavano per iniziare”.

Tra i 5 stelle c’è anche chi si è voluto esporre personalmente. I deputati M5s Riccardo Fraccaro, Luca Sut e Patrizia Terzoni hanno diffuso una nota chiedendo al governo di riferire sull’argomento in Parlamento. “Se non si apre una seria riflessione sui recenti interventi relativi al Superbonus 110%, corriamo il serio rischio che si generi una situazione caotica tale da vanificare gli effetti della proroga che il M5s ha fortemente voluto“, si legge. Proprio Fraccaro è stato uno dei promotori del Superbonus ai tempi del governo giallorosso e da giorni sta protestando per le misure applicate dal governo. “Le questioni sul tappeto”, continua la nota, “riguardano sia le norme contenute nella bozza di manovra sia il decreto sui controlli: è necessario che il governo, al quale non a caso chiediamo da mesi di aprire un tavolo dedicato, venga a riferire in Parlamento, perché solo un serio confronto sulle diverse criticità potrà salvaguardare la portata eccezionale della nostra misura in termini sociali, ambientali ed economici”.

Intanto oggi a lanciare l’allarme sui bonus casa sono state le Confederazioni artigiane. L’intoppo è tutto burocratico perché il dl anti-frodi aggiunge due passaggi necessari per ottenere gli sconti in fattura oppure per cedere i crediti agli intermediari. Il primo è l’obbligo del visto di conformità – rilasciato da commercialisti e Caf – per tutti i bonus edilizi, e non soltanto per il Superbonus al 110%, come è stato finora. Il secondo è l’obbligo di “asseverazione della congruità delle spese” per tutti gli interventi senza nessun limite di costi. “Incomprensibile” secondo Confartigianato Imprese, CNA e Casartigiani, perché per sostituire una semplice caldaia o anche solo una finestra, il nuovo onere rischia di essere più costoso del beneficio fiscale. Peraltro non è ancora chiaro chi dovrà rilasciare l’asseverazione e quali contenuti dovrà avere. I timori di una restrizione dell’accesso ai benefici per le ristrutturazioni sono comunque già realtà nella manovra 2022, dove la platea dei proprietari di villette unifamiliari che possono accedere al Superbonus cala di un terzo. Questo a causa del nuovo tetto al reddito (Isee fino a 25mila euro) previsto dal prossimo anno. Il super-sconto, prorogato ma in versione rivista e corretta nella manovra, costerà poco più di 14 miliardi dal 2022 al 2037.

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