Nel Varesotto l'alleanza tra Fridays for future e associazionismo ambientalista si trasforma in un'assemblea che tenta di orientare le politiche locali. Dallo sciopero dei ragazzi delle superiori alla collaborazione dei negozianti: ecco come i volontari di diverse generazioni stanno "contaminando" i Comuni della zona. Fino ad avere propri rappresentanti nelle giunte: "E' un esperimento di politica nel vero senso della parola, perché ci prendiamo cura della cosa pubblica"
Dal globale al locale: combattere il cambiamento climatico si può fare anche partendo dalle piccole realtà e attraverso il “contagio positivo”. Così nasce il Tavolo per il Clima di Luino, in provincia di Varese. Nato tra le Prealpi e il Lago Maggiore, lontano dalle grandi città di Lombardia e Piemonte, il suo obiettivo è andare oltre la tutela del paesaggio: vuole infatti elaborare strategie concrete per ridurre le emissioni di Co2 attraverso le proposte dei cittadini. “Dalle istituzioni internazionali viene solo un bla bla bla, un ‘faremo faremo faremo’ ma non viene mai detto quando – racconta Gianfranco Malagola, 67 anni, uno dei fondatori, riprendendo un concetto espresso pochi giorni fa da Greta Thunberg – Quindi noi abbiamo deciso di avviare il cambiamento dal basso”. In poco più di due anni, unendo l’esperienza dei Fridays for Future e di un solido associazionismo locale, l’esperimento di Luino è diventata una realtà affermata nell’alto Varesotto. Numerosi paesi del Verbano ne hanno già seguito l’esempio, ma ora l’obiettivo è “contaminare” il resto d’Italia.
Racconta Malagola che l’inizio non è stato semplice: il primo rifiuto è arrivato proprio dall’amministrazione di Luino. “Non erano interessati – spiega Elena Brocchieri, che ha seguito dall’inizio i lavori del Tavolo e che ora è diventata assessora alle Politiche giovanili – Ci riunivamo autonomamente in uno spazio piccolo”. Le ultime elezioni però hanno segnato una svolta: oltre alla Dichiarazione, approvata dal consiglio comunale all’unanimità nel gennaio 2020, la nuova giunta ha inaugurato una stagione di collaborazione proficua con gli ambientalisti locali. Così nonostante gli ostacoli del lockdown e della pandemia del Covid-19 i lavori sono iniziati. “I risultati ci sono e richiamano l’interesse delle persone a dialogare con noi – commenta soddisfatta Nicoletta Ruscio, 55 anni, già attivista di Legambiente Laveno-Luino – Una ragazza di un paese distante ci ha chiesto di parlare lì della nostra esperienza”.
Al momento i membri dell’assemblea – selezionati tramite un bando – sono venti. Sono però molti di più i partecipanti ai tre laboratori – che si radunano settimanalmente – su Mobilità, Energia e Cibo. Quelli “che per la scienza sono i temi fondamentali” per ridurre l’impronta carbonica. Lo studio delle risorse del territorio e la sua valorizzazione, in ottica sostenibile, sono alla base dei progetti su cui poi il Tavolo si confronta ogni due settimane. “Elaboriamo documenti che descrivano passo passo come mettere in pratica un’idea – racconta Giulio, a capo del comparto mobilità – Io per esempio mi sto occupando delle linee guida per creare da zero o migliorare un Pedibus”. Ci sono poi strategie per implementare l’uso dell’energia rinnovabile, per mappare le emissioni o per ridurre lo spreco alimentare, in collaborazione con gli esercizi commerciali della zona. Fondamentale è il supporto dei giovani: “Prima del lockdown erano
C’è poi un quarto laboratorio di comunicazione, impegnato a informare sulle conseguenze dell’emergenza climatica e a diffondere i risultati del Tavolo. Luino vuole infatti essere il capofila di un’esperienza ripetibile: “I progetti che pensiamo e facciamo non devono valere solo per Luino – afferma Mariella – devono poter essere indossati anche dagli altri paesi”, più piccoli e con disponibilità economiche minori. Non sempre le dinamiche della città riescono a ripetersi in maniera efficace, a volte a causa delle partigianerie partitiche – come racconta l’esempio di alcuni paesi vicini -, ma il caso virtuoso di Luino sta facendo scuola nella provincia di Varese e ha creato intorno a sé una rete di comuni sempre più attivi contro l’emergenza climatica.