Nella pianta organica, già striminzita, della Procura generale di Venezia, viene a mancare un’unità perché un magistrato non solo non si è sottoposto a vaccinazione anti-Covid, ma ha deciso di non effettuare i tamponi periodici che gli consentano di andare a lavorare in ufficio, sul Canal Grande. Risultato: l’interessato è sospeso dal servizio senza stipendio e la magistratura veneta in grado d’appello si trova in affanno, con la prospettiva di dover affrontare processi impegnativi come il crack della Banca Popolare di Vicenza (a rischio prescrizione) e le infiltrazioni mafiose del Clan dei Casalesi.

La notizia della sospensione dal servizio di un sostituto procuratore generale si è abbattuta come un fulmine sui palazzi veneziani della giustizia. Perché da più di un anno è vacante il posto di procuratore generale, dopo che nel settembre 2020 Antonio Mura ha lasciato l’incarico per ricoprire il ruolo analogo a Roma. E così da allora è stato l’avvocato generale Giancarlo Bonocore a reggere l’ufficio. Durante la relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, lo scorso gennaio, aveva ricordato come il ministero di Grazia e Giustizia avesse concesso a Venezia un aumento in organico di due sostituti procuratori generali, portando così l’organico a 13 magistrati. Ma si tratta di un numero teorico, visto che già mancava un sostituto da metà del 2020 e poi è stato trasferito Antonio Mura. Il risultato, ha detto Bonocore: “La procura generale manca di 4 unità, rispetto ad un organico complessivo di 13 magistrati”.

Quindi adesso ne mancano 5, il procuratore generale, il sostituto procuratore sospeso dal servizio, il sostituto non sostituito da più di un anno e i due nuovi posti non ancora occupati. Tra qualche settimana si dovrebbe coprire almeno il posto di vertice, visto che il plenum del Consiglio superiore della magistratura deciderà il 17 novembre la nomina del nuovo procuratore generale. Sono due magistrati che si contendono la poltrona veneziana: Federico Prato, che è attualmente avvocato generale a Trieste, e Francesco Menditto, che è procuratore capo a Tivoli.

A Venezia si dovrà procedere alla riassegnazione dei fascicoli che erano in carico al magistrato no-vax e no-Greenpass. Il processo d’appello per infiltrazioni mafiose nel Comune di Eraclea comincerà a dicembre e richiederà la celebrazione di numerose udienze. Quello della Popolare di Vicenza, invece, non è stato ancora fissato. L’obbligo di utilizzare il Green pass è previsto fino al 31 dicembre, ma potrebbe slittare di mesi se la situazione sanitaria non dovesse subire un deciso miglioramento. “Da noi non c’è stata nessuna sospensione e neppure nessuna assenza dovuta a personale ‘no vax’ – ha dichiarato il presidente del Tribunale di Venezia, Salvatore Laganà – I pochissimi non vaccinati fanno regolarmente i tamponi”. E questo accade in qualche sporadico caso in altri uffici giudiziari del Veneto dove non c’è stata alcuna sospensione dal servizio senza stipendio.

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