Un’intervista a tutto tondo, dai primi ricordi d’infanzia fino al tema dell’aldilà. Roberto Vecchioni, 78 anni, si è raccontato al Corriere della Sera, confessando anche aspetti più intimi della sua vita, come il rapporto con l’alcol, ai tre tumori, ora superati.
L’intervista si apre con il primo ricordo che, dice, risale a quando aveva un anno e mezzo e “ho fatto pipì sul pavimento”. “Mia mamma rientra a casa e io incolpo il cavallo a dondolo ‘Avallo pipì terra’”. Quindi si passa ai ricordi calcistici, quelli sull’Inter, di cui il cantante è un gran tifoso. E poi, ancora, a quelli legati alle prime canzoni scritte “a 18 anni” e “dedicate ad Aiace, e alla battaglia di Maratona. Immaginai che Filippide fosse un ladro d’armi, che razziando cadaveri sentì un morente sussurrare: vai da mia moglie e dille che abbiamo vinto”. Una carriera iniziata “in locali dove pagavano duecento lire, cioè nulla” che lo portò però presto a incontrare Alda Merini.
“Era folle d’amore – racconta Vecchioni rispondendo a una domanda – Una volta prendemmo un taxi insieme. Il tassista la riconobbe, le disse che la figlia stava facendo una tesi su di lei. Alda lo pagò con diecimila lire: ‘Tenga il resto, per gli studi della sua bambina’. Poi mi chiese: ‘Roberto, mi presteresti cento lire per il pane?'”.
La lunga confessione, quindi, tocca anche il rapporto con gli altri cantautori, da Franco Battiato “bravissimo a raccontare barzellette” all’incontro con Francesco Guccini “a Sanremo 1974, al club Tenco” lui, sottolinea nell’intervista, “aveva una bottiglia di bourbon io di whisky. Facemmo gara a chi beveva di più”. L’alcol nella vita di Vecchioni oggi non c’è più. “Ho smesso di bere – racconta ancora – del tutto, neanche un sorso di vino. Sette anni fa. Mi accorsi che stavo male, che perdevo tempo e attenzione per i figli”. Di figli, infatti, Vecchioni ne ha quattro. Ma non solo, il cantautore è anche nonno. “Passo il Natale a organizzare giochi per figli e nipoti. Abbiamo una casa sul lago di Garda, con un giardino che viene illuminato a giorno, le renne, un Babbo Natale alto tre metri. Sono un maestro di Mercante in fiera, invento indovinelli pazzeschi, e poi la caccia al tesoro, la tombola, ma anche gli scacchi, il bridge, i quiz… Pure le cose pericolose vanno affrontate come un gioco: un esame, una canzone da cantare per la prima volta, una malattia. Ho avuto tre tumori, tre operazioni, a un polmone a un rene alla vescica. Eppure ho compiuto 78 anni e sto benissimo”, si racconta ancora nell’intervista.