L'epidemiologo membro del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista al Corriere della Sera, l'epidemiologo spiega che "vaccino e tampone non sono paragonabili quanto ad affidabilità" e "arriverà il momento in cui dovremo porci il problema". Sul Natale: "Mi aspetto feste serene, mantenendo le limitazioni attualmente in vigore, osservando l'obbligo di mascherine e il distanziamento, ma alcune regioni in giallo prima di fine dicembre"
Il Green pass ottenuto attraverso il tampone, in particolare quello antigenico rapido, è meno affidabile di quello derivante dalla vaccinazione. E sullo sfondo si intravede la possibilità di una revisione delle modalità attraverso le quali si può essere in possesso di una certificazione verde. A fare da apripista alla novità sono le dichiarazioni di Donato Greco, epidemiologo membro del Comitato tecnico scientifico. In un’intervista al Corriere della Sera, l’epidemiologo spiega che “vaccino e tampone non sono paragonabili quanto ad affidabilità” e “arriverà il momento in cui dovremo porci il problema”. Perché un Green pass “basato su un elemento debole come il test antigenico non può reggere per sempre”.
Ai vaccini e al Green pass, ricorda, “dobbiamo il ritorno a una certa normalità, la ripresa delle attività. E anche la crescita del Pil”. Ma “non ci nascondiamo che il Green pass ottenuto facendo il vaccino non è paragonabile al Green pass riconosciuto a chi ha eseguito un tampone – spiega Greco – danno garanzie che non sono nemmeno lontanamente paragonabili. E anche tra i tamponi, non sono paragonabili i molecolari, molto più affidabili perché esaminano un frammento dell’acido nucleico, e gli antigenici che rilevano una parte della proteina spike”. L’affidabilità dell’antigenico, aggiunge, “non è una mia opinione, è un fatto” e quindi “in futuro, con il raggiungimento di quota 90% dei vaccinati, potrebbe essere eliminato almeno quello antigenico”.
Le parole di Greco sono facilmente spiegabili con i dati quotidiani: domenica, ad esempio, dei 7.569 nuovi casi registrati solo 656 sono stati individuati attraverso test antigenici rapidi. E quanti sono stati i tamponi effettuati? Ben 445.593 totali, di cui 340.025 antigenici rapidi. Quindi 105mila molecolari hanno restituito quasi 7mila casi con un’incidenza del 6,5 per cento. Mentre l’incidenza degli antigenici è stata ben al di sotto dell’1%.
Tamponi rapidi e molecolari, argomenta ancora il membro del Cts, sono “differenti per specificità e per sensibilità: cioè possono dare falsi negativi e falsi positivi”. E ancora: il test antigenico eseguito in laboratorio è “più sicuro” di “quello eseguito a casa”. In un momento di ripresa della circolazione virale, con i nuovi casi cresciuti del 41 per cento nell’ultima settimana rispetto a quella precedente, Greco resta comunque tranquillo in vista del Natale: “Mi aspetto feste serene, mantenendo le limitazioni attualmente in vigore, osservando l’obbligo di mascherine e il distanziamento”. Anche se è “possibile” che “alcune regioni passino in giallo già prima di fine dicembre”.